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Gestione del possesso nel primo terzo di campo: l’Arsenal di Mikel Arteta

Sostituire sulla panchina dei Gunners un totem come Arsene Wenger non era impresa semplice per nessuno. Dopo 17 titoli in 22 anni sembrava che fosse Unai Emery l’allenatore designato per continuare la dinastia del francese, ma il matrimonio fra i londinesi e lo spagnolo è durato meno di un anno e mezzo. In seguito ad una parentesi con la leggenda Fredrik Ljungberg, fino a quel momento alla guida della squadra U23 e traghettatore in Prima Squadra in 7 partite in cui non ha convinto a pieno la dirigenza, sulla panchina dell’Arsenal è stato chiamato l’esordiente Mikel Arteta. Anche lui icona del club, il basco aveva vestito la maglietta dei Gunners per 5 stagioni, prima di ritirarsi definitivamente dal calcio giocato e diventare vice allenatore di Pep Guardiola al Manchester City.

“Darò ogni goccia del mio sangue per rendere migliore l'Arsenal. Se non mi fossi sentito pronto non sarei qui. Mi sto preparando da alcuni anni per questa sfida.”

Proprio gli anni alla corte di Pep hanno rappresentato per Arteta il banco di scuola ideale per progettare il proprio calcio ed è ovvio che questo sia stato, per lo meno per quanto visto fino ad ora, particolarmente influenzato dalle idee del suo connazionale.

In questa analisi intendo soffermarmi su una sotto fase di gioco particolarmente importante per lo sviluppo e la realizzazione del gioco di posizione che Arteta sta cercando di implementare nella capitale londinese sponda Arsenal: la costruzione dal basso. 

Nel calcio moderno infatti, questo aspetto della fase di possesso ha assunto un’importanza tale per cui gli allenatori sono sempre più soliti valorizzare la costruzione dal basso per destrutturare l’organizzazione avversaria e, se possibile, trovare gli spazi e i tempi necessari per farti segnare gol come questi.

In questo articolo andremo ad analizzare come il tecnico spagnolo ha organizzato la costruzione dal basso della propria squadra per eludere il pressing alto avversario.

COSTRUZIONE 3+2

Nella sua versione 2020-21, Arteta ha riportato all’Arsenal i principi di costruzione del City di Guardiola con una differente occupazione degli spazi. Se i Citizens infatti, avevano rispolverato il modulo della piramide di Cambridge (2-3-5) con concetti aggiornati al calcio attuale, l’Arsenal “scomoda” il vecchio Sistema portato in auge da Herbert Chapman a cavallo degli anni ’20-’30, costruendo con una linea di tre difensori più due centrocampisti con il compito di agire alle spalle della pressione avversaria.

Con palla al portiere solitamente sono il centrale ed il braccetto di destra ad aprire le linee di passaggio più vicine, mentre il braccetto di sinistra tende ad occupare lo spazio in ampiezza per generare, come vedremo successivamente, alcuni vantaggi per gli sviluppi del gioco su quel lato.

Questa disposizione porta la squadra avversaria a dover impegnare almeno tre giocatori per provare a recuperare il possesso in zone pericolose.

In seguito a questo comportamento degli attaccanti, diventa necessario l’abbassamento dei due centrali di centrocampo per generare superiorità posizionale alle spalle della prima linea di pressione, dando soluzioni verticali al possessore per facilitare la progressione e lo sviluppo del gioco.

Quando si decide di portare il pressing alto però, la squadra avversaria chiaramente alza il suo baricentro, accorciando i reparti ed accettando di difendere con ampi spazi alle proprie spalle, ed è proprio partendo dalla situazione che vediamo rappresentata nella figura sotto che l’Arsenal ha mostrato quali sono le possibilità di sviluppo ideate da Arteta.

Con forte pressione centrale, i due quarti di centrocampo si abbassano per aprire linee di passaggio in ampiezza ed eludere il pressing avversario. In questo caso, se la reazione degli avversari non è sufficientemente reattiva ed organizzata, questi saranno in grado di ricevere senza pressione e trovare spazio in avanti da attaccare in conduzione, per poi usufruire di una situazione di 1 contro 1 in zona di fascia fra esterno alto e terzino avversario.

Mahrez, Foden e Aguero chiudono tutte le linee di passaggio centrali, quindi tocca a all'esterno di sinistra abbassarsi per ricevere in ampiezza
Senza pressione Tierney è libero di controllare...
...e condurre...
...per poi provare a servire in profondità Aubameyang in situazione di 1vs1 con Walker

Nel caso in cui, sul passaggio verso l’esterno, si dovesse aprire la mezzala opposta ad accorciare sul possesso e portare pressione, l’Arsenal ricerca la la linea di passaggio centrale che si è liberata e che viene occupata, a seconda del lato di sviluppo, da uno dei due centrali di centrocampo (solitamente a destra) o, come nell’immagine sotto, dall’esterno di centrocampo sinistro, in questo caso Saka. Con sufficiente spazio e tempo a disposizione viene ricercata la soluzione in verticale per innescare l’attacco in profondità del tridente, sfruttando le qualità dei singoli in velocità, altrimenti si sceglie di proseguire attraverso passaggi brevi e veloci per uscire sul lato debole.

Questo tipo di soluzione, con trasmissione diagonale dell’esterno verso il centro, oltre ad avere una sua evidente logica nell’ottica del gioco (servendo l’uomo libero più vicino al possessore) è da ricercarsi anche nei principi dell’allenatore spagnolo. Come il suo mentore Guardiola infatti, Arteta predilige l’occupazione degli spazi in ampiezza con un solo uomo per lato, cercando di evitare passaggi fra giocatori sulla stessa linea verticale che porterebbero a ricevere girati di schiena rispetto alla porta avversaria e con una forte pressione alle spalle senza possibilità di far progredire il gioco in avanti.

McTominay esce in pressione su Tierney, liberando uno spazio centrale in cui Saka può ricevere senza opposizione

Come anticipato in precedenza, ulteriori sviluppi di gioco nascono nel momento in cui i Gunners coinvolgono nella costruzione anche il braccetto difensivo di sinistra, che spesso si allarga sugli esterni generando nuove opzioni per la squadra di Arteta.

La naturale contrapposizione che si viene a creare fra i tre difensori e i tre attaccanti porta inevitabilmente ad una situazione in cui l’esterno offensivo di destra è costretto a dover prendere una scelta: coprire lo spazio centrale, lasciando tempo e spazio al braccetto sinistro per ricevere, oppure portare una marcatura più stretta a quest’ultimo, consentendo però al centrale di avere meno pressione per giocare?

In quest’ultimo caso le opzioni di gioco che si vengono a creare sono sostanzialmente due: giocare con uno dei due play per la ricerca del terzo uomo libero, oppure insistere sul lato di costruzione dove l’Arsenal riesce a generare spesso una favorevole situazione di due contro uno fra esterno di centrocampo ed esterno di attacco contro il terzino avversario.

Gabriel riceve da Leno...
...sullo sviluppo si trova Saka...
...e si crea una situazione di 2 contro 1 fra lui, Aubameyang e Walker

Quando invece la squadra avversaria è abile a scivolare in zona palla e lavorare sui riferimenti dell’uomo, le soluzioni sono la ricerca del passaggio centrale ad uno due play, se in grado di smarcarsi, oppure la verticalizzazione per l’attaccante che viene incontro in zona di rifinitura.

William riceve in verticale da Bellerin, con la pressione di Bernardo Silva. L'uomo libero è Xhaka, che riceverà e andrà sul lato debole.
Palla sulla sinistra con tutti i giocatori del City in presidio dello spazio, con attaggiamento posizionale...
...e quindi si abbassa la punta centrale per ricevere e generare una nuova linea di passaggio alle spalle della pressione avversaria.