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Gli spazi di fase

Il nostro gioco non è formato da una successione di giocate, ma da una stocastica successione di spazi di fase.

E’ con queste parole che Paco Seirul.lo, direttore metodologico del F.C. Barcellona, ed uno dei pensatori del gioco e dell’allenamento più influenti del nostro tempo, ha definito nel 2012 il gioco del calcio ed è da queste parole che inizieremo l’analisi di approfondimento sugli spazi di fase, concetto reso conosciuto solo qualche anno più tardi da una pubblicazione di Marti Pernanau proprio in seguito ad una conversazione avvenuta con il direttore de La Masia.

Stocastico. Quella che nell’apparenza sembra solo una parola decisamente rimbombante, nella pratica risulta essere il termine più efficace per esprimere il concetto e l’idea di ciò che è la natura del calcio. I modelli stocastici, infatti, sono atti a descrivere e studiare situazioni che variano in base a leggi probabilistiche e non deterministiche. Vale a dire, in ogni successione stocastica esiste una “nube” di probabilità che viene definita in ogni passaggio anteriore della successione stessa. Il calcio non si può definire con il termine aleatorio, perchè tipicamente associato ad eventi casuali, e dunque, non propri della natura del gioco; allo stesso modo, così come non possiamo intenderlo come un qualcosa di completamente casuale, il calcio non è neppure completamente determinabile. Semplicemente è stocastico.

Gli spazi di fase sono identificabili come uno strumento di analisi utile per poter navigare in questo mare di complessità. Si tratta, sostanzialmente, di un particolare tipo di osservazione del gioco che permette di captare in ogni istante le informazioni più rilevanti all’interno di ogni situazione della partita, anticipando gli scenari più probabili nell’istante successivo e stabilire i comportamenti preferenziali per ognuno degli attori del sistema che cooperano per raggiungere un mutuo obiettivo.

Il cervello umano è incapace di processare in maniera cosciente tutte le informazioni che si generano all’interno del gioco. Per questo motivo, gli spazi di fase propongono una modalità di identificare in maniera chiara e definita il costante flusso di situazioni, dove per situazioni vengono identificate le somme di ubicazioni, contesti ed intenzioni che avvengono costantemente in partita in seguito agli stimoli dei 22 giocatori in campo. Si tratta di una osservazione del gioco fotogramma per fotogramma, istante per istante, come se potessimo regolare la variabile tempo “sospendendola” per convertire il gioco del calcio a qualcosa di più simile agli scacchi, dove i 22 pezzi si muovono in maniera sequenziale.

Prendiamo ad esempio il fotogramma sotto, relativo alla partita di Premier League 2020/21 Manchester United – Arsenal. Attraverso questo fermo immagine siamo in grado di studiare, interpretare e anticipare i possibili scenari della situazione attuale e  successiva e guidare la presa di decisione di ognuno degli elementi cooperanti affinchè, da questa interazione, possa generarsi un contesto favorevole al raggiungimento del nostro obiettivo. Si tratta dunque di osservare il fermo immagine per

  • evidenziare tutti gli elementi che riteniamo importanti per interpretare quelli che potrebbero essere tutti i possibili accorgimenti per migliorare la situazione attuale della nostra squadra
  • prevedere quali potrebbero essere gli sviluppi più probabili

Osserviamo la situazione attuale. Siamo in una sottofase di costruzione bassa in cui il portiere Leno si trova in possesso della palla, i due centrali fungono da appoggi in ampiezza, i terzini garantiscono l’ampiezza e tre attaccanti e due mezzali fissano i difensori avversari in profondità per creare un’ampio spazio centrale al play Elneny per poter ricevere alle spalle della linea di pressione. 

Come poteva apparire probabile, la palla viene trasferita da Leno ad Elneny il quale, trovandosi senza marcatura alle spalle della linea di pressione dello United, è in grado di poter garantire possibilità di sviluppo alla manovra dei Gunners. Elneny riceve, orienta in avanti e un nuovo spazio di fase prende vita. 

In risposta alla manovra dell’Arsenal, lo United potrebbe far uscire in pressione uno dei suoi centrocampisti oppure adottare una strategia più conservativa e decidere per eseguire un’azione ritardatrice permettendo ad almeno uno dei suoi giocatori della prima linea, saltata, di poter rientrare sotto palla. Lo studio dello spazio di fase precedente mostra come la seconda opzione sia senza dubbio la soluzione da privilegiare, dal momento che sulla linea di centrocampo ci sia già una situazione di parità numerica 3 contro 3 con palla scoperta. Nel terzo fotogramma si nota come lo United porti in pressione in zona palla, con corsa di ripiegamento, due giocatori della prima linea saltata, mentre i 3 centrocampisti e la linea difensiva di 4 giocatori si preparano per difendere lo spazio in profondità e in ampiezza nella propria metà campo.

Quale potrebbero essere a questo punto i possibili sviluppi? In che modo i posizionamenti e l’orientamento del corpo dei nostri giocatori potrebbero migliorare le soluzioni della nostra squadra e le sue possibilità nei fotogrammi successivi? Ancora una volta, dunque,  si evidenzia come la teoria degli spazi di fase sia finalizzata al percepire, all’interno di situazioni caotiche e in costante cambiamento, le variabili dello spazio di fase attuale per poterle interpretare e prevedere quello che accadrà nell’immediato futuro.

Come processare le informazioni degli spazi di fase? 

Affinchè le informazioni che emergano dagli spazi di fase vengano processate è però necessario identificare quali sono le variabili all’interno di ciascun momento della partita che permettono di fornire le informazioni necessarie per la previsione di ciò che accadrà nella situazione successiva. I criteri fondamentali da valutare dentro ad ogni spazio di fase sono: 

  •  la zona del campo in cui si trova la palla
  • l’ubicazione dei giocatori in campo
  • il “perfilamento” dei giocatori, vale a dire il profilo posturale di ognuno di essi
  • la traiettoria di ciascun elemento
  • l’individualità dei giocatori
  • i gruppi di risonanza empatica

Vediamo, di seguito, una breve analisi di ciascuno di questi elementi.

Zona del campo in cui si trova la palla

Possiamo concepire il calcio come un insieme di sistemi che si alimentano e si influenzano a vicenda sulla base delle azioni e del comportamento degli elementi del gioco. Di tutti questi elementi, quello con la maggior forza gravitazionale è, senza dubbio, la palla.  A seconda della zona del campo in cui si trova e di chi ne ha il possesso, i giocatori danno vita a cicli di percezione/sensazione decisione/interazione differenti. Dividendo idealmente il campo in differenti quadranti, possiamo individuare differenti tipi di risposta che emergono in ciascuno di questi spazi, vale a dire i comportamenti preferiti e le risposte probabili in ognuno di essi. 

Esempio di divisione del campo con 12 spazi di fase
Un altro esempio di divisione del campo, questa volta con individuazione di 24 spazi di fase

Entrambe le tipologie proposte, o qualunque altra identificabile diminuendo o aumentando il numero di quadranti, conterrà un differente livello di informazioni che aiuteranno ad interpretare gli spazi di fase: la prima divisione del campo, per esempio, può essere la più adeguata per le letture delle interpretazioni in campi ridotti (a 9 o a 7 giocatori), grazie alle minor dimensioni del campo e al minor numero di interazioni possibili fra calciatori. La seconda, invece, presenta la divisione spaziale (interspazi verticali ed orizzontali) necessaria per le letture di un calcio maggiormente posizionale e con il maggior numero di interazioni che il calcio ad 11 presuppone.

In ogni caso, con qualunque tipo di divisione ideale che possiamo identificare per facilitare l’interpretazione e lettura del Gioco, la posizione della palla all’interno del terreno di gioco – o del quadrante – rappresenta il primo, fondamentale, criterio di valutazione e interpretazione degli spazi di fase: è tanto banale quanto importante infatti, capire in che zona del campo ci troviamo per poter stabilire quali sono i possibili comportamenti/adattamenti della nostra squadra e degli avversari. Vale a dire, non è la stessa cosa se ci troviamo con palla nella nostra trequarti campo o in quella avversaria; i comportamenti sono differenti se la palla è in zona centrale del campo o in zona di fascia.

Ubicazione dei giocatori in campo

L’ubicazione dei giocatori in campo è importante e sarà rilevante perchè, al variare del posizionamento di ogni giocatore, varieranno le (21) forze di interazione possibili per ogni calciatore in campo. Ogni cambio di posizione genererà una modifica nella struttura relazionale precedente, con conseguenze nei successivi sviluppi che possiamo considerare “moderate” o “radicali”. 

Facciamo un esempio pratico di quanto appena descritto. Prendiamo in considerazione la situazione di gioco presente nell’immagine sotto, con palla in possesso della mezzala di destra della squadra bianca.

Un cambio di posizione come quello evidenziato nella figura sotto, verrà considerata una modifica “moderata” dello spazio di fase. Nonostante si venga a verificare un avanzamento di giocatori da un settore ad un altro, questo movimento avviene in due spazi non alla portata della visuale del portatore (il lato della palla indica una direzione di corsa del giocatore bianco in possesso verso la porta avversaria) rendendo di minor influenza questo nuova modifica strutturale della squadra attaccante. 

Al contrario, un cambio di posizionamento all’interno del campo pur restando nel medesimo quadrante, può risultare molto significativo per lo spazio di fase, rendendolo un camio di tipo “radicale”. Nella figura sotto, l’ubicazione dell’esterno di attacco destro della squadra bianca, posizionato tra centrale e terzino, renderà possibile uno sviluppo potenziale e molto pericoloso nell’half space di destra che, qualora dovesse verificarsi, costringerebbe la squadra gialla a dover necessariamente variare la posizione degli altri suoi elementi per provare a ristabilire l’equilibrio.

Ecco perchè l’osservazione del posizionamento dei nostri giocatori all’interno degli spazi di fase è un criterio tanto importante. Non si tratta di muoversi tanto o muoversi in avanti, bisogna muoversi bene, facendosi trovare nelle zone in cui i fattori tempo e spazio sono più elevati e garantiscono un vantaggio alla squadra in possesso. 

Postura dei calciatori 

Fra gli aspetti più sottili ed importanti alla base della tattica individuale, l’orientamento del corpo dei giocatori durante il gioco, è il parametro che può generare differenti spazi di fase pur mantendo la stessa posizione all’interno del campo. Il profilo posturale di ogni calciatore infatti, genera tre tipi di conseguenze:

  • definisce il campo visuale del singolo giocatore, per cui esisterà un lato di percezione ed un lato cieco
  • definisce un repertorio di giocate facilitate ed uno di giocate invece più difficili
  • genera reazioni nel comportamento di compagni e avversari 

Prendiamo per esempio il frame sotto, sempre relativo alla partita Manchester United – Arsenal. Il centrocampista dell’Arsenal in possesso di palla si trova in posizione centrale ma con una postura del corpo tale per cui le sue possibili giocate sono orientate solamente sul lato destro della squadra londinese, eliminando, di fatto, le possibilità di giocata sul lato opposto. La postura del corpo del giocatore in possesso condizionerà dunque i comportamenti, i movimenti e i conseguenti adattamenti di entrambe le squadre. Ipotizzando un cambio di orientamento del corpo del centrocampista  dei Gunners, è possibile che i compagni che si troveranno davanti a lui e, in generale, nel suo campo visivo, saranno incentivati a cambiare a loro volta il loro comportamento e il loro orientamento in campo per diventare possibili riceventi e aprire linee di passaggio che possano offrire continuità allo sviluppo dell’azione.

La postura del giocatore dell'Arsenal, visibilmente orientata verso la zona di destra della formazione londinese, elimina di fatto tutti le soluzioni negli spazi di fase sul lato sinistro del campo, oltre che quelle alle sue spalle.

Ovviamente le relazioni possibili all’interno di ogni spazio di fase variano non solo per la postura del giocatore in possesso della palla, ma anche attraverso gli appoggi dei piedi dei possibili riceventi e degli avversari. Si tratta dunque di portare la variabile “tempo” due tempi di gioco in avanti: una volta che ho trasmesso palla al mio compagno, che soluzioni potrà avere in funzione della sua postura?

La traiettoria di ciascun elemento

Paramentro che ha a che fare con la direzione di corsa di ciascun giocatore in campo rapportata alla velocità con cui sta effettuando il suo movimento in campo. Attraverso l’identificazione di questi due elementi sarà possibile stabilire alcune possibili soluzioni future che potranno verificarsi per ognuna delle due squadre.

Se il profilo posturale dei giocatori può contribuire in maniera fondamentale a generare un vantaggio posizionale per la squadra in possesso, la traiettoria è la responsabile principale della conformazione di vantaggi di tipo dinamico, situazioni che si verificano quando un elemento può sfruttare di un tempo e di uno spazio come conseguenza della sua velocità di esecuzione e/o movimento, prima che questo venga occupato da un avversario.

L’individualità dei giocatori

Si tratta di uno dei fattori più importanti, perchè è quello che da senso alla maggior parte degli spazi di fase. Con individualità dei giocatori si intendono le caratteristiche, uniche, di ognuno dei calciatori in campo in quella determinata situazione ed in quel preciso momento. Identificare in maniera concreta e precise queste informazioni risulta però particolarmente complesso e complicato, motivo per cui Seirul.lo propone un modello di valutazione basato sulle caratteristiche strutturale alla base di ogni individuo:

  • Struttura coordinativa del giocatore

Costituita dalla sua capacità di azione in campo, con riferimento particolare alla velocità e precisione di esecuzione di tutta la catena coordinativa e delle sue possibili varianti. Uno dei fattori determinanti in questo reportorio è la capacità di saper utilizzare entrambi i piedi. La catena coordinativa che la accademia formativa del FC Barcelona propone è composta da: 

– Controllo – passaggio

– Passaggio

– Controllo – conduzione – passaggio 

– Controllo – protezione – passaggio 

– Controllo – palleggio – passaggio 

– Controllo – conduzione – tiro

– Controllo . protezione – tiro 

– Controllo – palleggio – tiro 

– Controllo – tiro 

– Tiro

  • Struttura condizionale del giocatore

Conoscere lo stato condizionale dei nostri calciatori ci permetterà di orientare il giocatore affinchè la sua presa di decisioni sia adattata con la sua capacità condizionale in relazione agli spazi di fase che si presentano (non è la stessa cosa chiedere una cosa ad un nostro giocatore al minuto 10 o al minuto 110, in caso di supplementari); ottimizzare la capacità propria dell’allenatore di prevedere come gli spazi di fase possano modificarsi ed evolversi.

  • Struttura cognitiva del giocatore 

Costituisce la capacità del giocatore di prendere decisioni favorevoli per la sua squadra in situazioni e funzioni concrete. Come già appurato in differenti altri articoli, l’esperienza di gioco accumulata influisce in maniera significativa sulle azioni che emergeranno in maniera preferente durante determinati contesti.

  • Struttura mentale del giocatore

La capacità che ogni calciatore ha di non alterare il proprio rendimento in funzione delle circostanze esterne come decisioni arbitrali, pubblico, allenatori, interazioni con compagni o avversari.

  • Struttura emotivo-volitiva del giocatore

Questa struttura descrive la capacità del calciatore o della squadra di autogenerare le energie che permettono di ottimizzare le proprie relazioni in maniera pratica. La motivazione intrinseca sarà quella che aiuterà ciascun individuo a sostenere un alto livello di energia durante l’esecuzione. La sensibilità alle variabili estrinseche sarà invece la variabile da cui dipenderà l’oscillazione del rendimento. 

  • Struttura espressivo creativa del giocatore

Tiene in conto la capacità dell’individuo di eseguire comportamenti creativi, difficili da prevedere attenendosi ai suoi comportamenti emergenti preferenziali, alle situazioni di gioco che si presentano. Conoscere la capacità dei giocatori in relazione a questo tipo di struttura aiuterà l’allenatore a prevedere situazioni in cui negli spazi di fase potranno verificarsi modifiche radicali.

Gruppi di risonanza empatica

 Nel calcio si generano vincoli invisibili di risonanza empatica fra individui o gruppi di individui che si intendono e collaborano fra loro con un livello di efficacia superiore alla media. Normalmente questa connessione si stabilisce per il fatto di collaborare in un settore del campo comune (Xavi, Iniesta, Busquets vi dicono qualcosa?), però può capitare che queste relazioni fuori dal comune si generino fra giocatori maggiormente distanti per posizione abituale (Messi – Fabregas, Messi – Dani Alves). I gruppi di risonanza empatica rappresentano dunque un ultimo fattore da considerare per una corretta interpretazione degli spazi di fase.

Quali sono gli strumenti di intrepretazione degli spazi di fase? 
Gli spazi

Il calcio di inizio rappresenta l’unico momento della partita in cui il centro del campo e il centro del gioco, coincidono. Dal momento in cui la palla viene giocata dopo il fischio dell’arbitro in poi, il gioco diventa un elemento fluido, un sistema di sistemi in costante deformazione in cui il centro varia, di volta in volta, seguendo il movimento della palla e dei giocatori. All’interno della teoria degli spazi di fasi possiamo identificare all’interno del Gioco tre differenti tipologie di spazi che costituiscono un fondamentale strumento di interpretazione.

Spazio di intervento

La prima tipologia di spazio che possiamo identificare è quella denominata “di intervento”. Questa corrisponde all’area immediatamente attigua alla palla e coinvolge tutti i calciatori posizionati nell’area contigua alla palla che hanno possibilità concreta di intervenire su di essa.

In questo fotogramma appare evidente come in questo spazio di intervento siano solo due, uno per parte, i giocatori coinvolti, in situazione di uno contro uno.

In esso troviamo un elevato livello di interazione intersistemica e molto poco tempo di riflessione, tutti elementi che genereranno un alto livello di incertezza in prossimità della palla. Per tutti questi fattori, ai giocatori all’interno dello spazio di intervento è richiesta un’alta dose di autonomia, creatività ed intuizione. Tutto questo provocherà il fatto che l’influenza dell’allenatore su quanto accade in questi spazi sia estremamente bassa. 

Fra gli elementi che condizionano questo sottospazio di fase riconosciamo: 

  • quale delle due squadre è in possesso della palla
  • dove si verifica all’interno del campo, vale a dire a quale distanza da una possibile finalizzazione di una squadra piuttosto che un’altra
  • chi è il giocatore in possesso della palla 
  • se in questo sotto spazio troviamo una situazione di vantaggio, parità o svantaggio.

Spazio di mutuo aiuto 

Lo spazio di aiuto mutuo rappresenta la zona in cui si trovano tutti i giocatori che sono vicini allo spazio di intervento, ma ad una distanza tale per cui non possono intervenire nell’immediatezza direttamente sul pallone, potendolo però fare, grazie alla loro vicinanza alla palla, nel giro di pochi istanti.

Così come nello spazio di intervento, anche nello spazio di mutuo aiuto possiamo identificare un alto livello di interazione intersistemica, dovuta alla presenza di un maggior numero di giocatori coinvolti, seppur, a differenza di quanto descritto in precedenza, in questo sottospazio il tempo a disposizione per ogni giocatore sarà leggermente maggiore. All’interno di tutte le tipologie degli spazi di fase, questa assume rilevanza per due motivi in particolare: 

  • i giocatori al suo interno possono convertirsi in giocatori all’interno dello spazio di intervento per il movimento della palla
  • i giocatori si convertono in giocatori all’interno dello spazio di intervento per loro scelta

Come la precedente, anche questa sottofase viene caratterizzata dalla presenza di vantaggi o svantaggi che condizioneranno il comportamento dei giocatori di entrambe le squadre.

Nell’immagine sopra riportata, per esempio,  appare evidente come nello spazio di aiuto evidenziato il Manchester United si trovi in una situazione di svantaggio numerico e posizionale che potrebbe condizionare la scelta del possessore di palla: giocare palla sui piedi del compagno, girato di schiena verso la porta avversaria marcato a uomo e con possibilità di essere raddoppiato, provare il passaggio verso il fondo del campo per mandare il compagno al cross in situazione di uno contro uno o cambiare completamente scelta e attaccare un’altra zona di campo uscendo con un altro uomo?

Spazio di cooperazione 

Gli spazi di cooperazione sono zone di gioco in cui gli elementi presenti hanno una connessione più indiretta con la palla. Questa distanza dal centro del gioco farà si che chi si trova all’interno di questo spazio sia in uno stato di flusso di pensiero differente rispetto ai compagni nelle zone di intervento e mutuo aiuto, dove le variabili tempo e spazio sono decisamente minori: i giocatori potranno prendere decisioni più olistiche su come impattare, attraverso il proprio movimento, sul gioco e, nello specifico, sul prossimo spazio di fase.

Proviamo ad illustrare meglio quanto appena descritto prendendo ad ipotesi il caso di una costruzione dal basso. Affinchè si possa avere una buona uscita della palla sarà infatti fondamentale rispettare dei pre requisiti comportamentali di giocatori che non si troveranno direttamente coinvolti in “zona palla” ma che dovranno

  • fissare gli avversari per mezzo del loro posizionamento 
  • posizionarsi rendendo possibile l’intervento o la collaborazione di un terzo uomo 
  • effettuare un movimento che possa generare un vantaggio dinamico e crei possibilità di arrivare in fase di finalizzazione

Allo stesso modo, per ottimizzare una situazione di pressione alta, sarà fondamentale il comportamento e l’equilibrio garantito dai giocatori sotto la linea della palla affinchè il pressing alto non esponga la squadra a rischi eccessivi.

Anche in questo caso poi, così come la presenza di vantaggi o svantaggi negli spazi di intervento e/o aiuto mutuo condizionano i comportamenti dei giocatori nello spazio di cooperazione, i vantaggi che si vengono a creare all’interno di quest’ultima zona condizioneranno il comportamento dei giocatori coinvolti nelle altre due fasi in un rapporto di vicendevole ed interdipendente influenza.

Aiutiamoci, ancora una volta, con un fotogramma della partita fra Man United ed Arsenal. Eravamo rimasti alla scelta del giocatore in possesso palla in zona di fascia (sinistra) dello United. Se un possibile passaggio al compagno di zona di aiuto mutuo potrebbe risultare rischioso o improduttivo a causa di uno svantaggio numerico e posizionale, una possibile scelta alternativa potrebbe essere quella di indirizzare il gioco in zona centrale. Nell’immagine sotto appare però evidente come l’attaccante dello United si trovi anch’esso in una situazione di svantaggio posizionale rispetto ai difensori dell’Arsenal, ubicazione che influenzerà ancora una volta in maniera decisiva la scelta del suo compagno di squadra che potrebbe scegliere di non giocare palla verso il centro per non correre il rischio di perderla per mezzo di un anticipo o di un raddoppio. Diversa situazione si sarebbe verificata se, anzichè trovarsi dietro alla linea dei difensori, si fosse trovato nello spazio evidenziato fra centrale e terzino. Riconoscendone la posizione di vantaggio il suo compagno avrebbe potuto giocare una palla verso il centro per raggiungerlo nel cuore dell’area di rigore, soluzione difficile ma non certo impossibile.

Chiaro esempio di come anche un posizionamento in uno spazio distante dalla palla possa influenzare in maniera importante lo sviluppo del gioco.
I vantaggi

Che cos’è una situazione di vantaggio? I vantaggi sono identificabili come quelle situazioni in cui un giocatore si trova, in un determinato momento, in una condizione spazio-temporale utile affinchè la sua squadra potrà beneficiare di un successivo spazio di fase migliore. 

Il vantaggio può manifestarsi come

  • Superiorità numerica

Si riferisce alla possibile disposizione di un vantaggio dovuta alla presenza di più giocatori di una squadra in un determinato punto di uno spazio di fase.

Superiorità numerica offensiva nello spazio di intervento: 1 contro 0
Superiorità numerica offensiva nello spazio di aiuto mutuo: 3 contro 1
Superiorità numerica difensiva nello spazio di aiuto mutuo: 5 contro 2
  • Superiorità posizionale

Si riferisce alla possibile disposizione di vantaggio dovuta all’ubicazione e al profilo posturale di un determinato giocatore in uno spazio relazionato al posizionamento degli avversari.

Superiorità posizionale offensiva in zona di aiuto mutuo
Superiorità posizionale offensiva in zona di cooperazione: KDB rceverà palla posizionato in uno spazio alle spalle della linea di centrocampo del Chelsea con possibilità di puntare direttamente l'ultima linea avversaria.
  • Superiorità qualitativa

E’ il tipo di vantaggio che si viene a verificare sulla base delle caratteristiche proprie di un determinato giocatore che gli permettono di imporsi su uno o più avversari diretti.

Ricordate le modifiche che apportò al suo gioco in fase di possesso Pep Guardiola nel suo passaggio dal Barcellona al Bayern? Un giornalista un giorno gli chiese come mai in Germania la quantità di cross fosse visibilmente aumentata durante i suoi anni in Spagna. Beh, con esterni con qualità come quelle dei bavaresi e una punta come Lewandowski in area…

  • Superiorità dinamica

Si riferisce alla capacità che una squadra ha di poter avvicinarsi a segnare una rete attraverso le possibilità che emergono dalla traiettoria e dalla velocità di movimento di uno dei suoi elementi.

  • Superiorità socioaffettiva

Raul e Morientes; Vialli e Mancini; Cole e Yorke; Aguero e Forlan, ma anche giocatori di reparti differenti come Messi e Dani Alves, Gerrard e Aguero, Modric e Benzema. La storia del calcio è piena di coppie, tridenti, o gruppi di giocatori che giocando insieme hanno moltiplicato le loro forze e il loro rendimento per il solo fatto di aver connesso fra loro una sincronia molto più efficace rispetto ad altri compagni. 

Stesso discorso dal punto di vista difensivo: Albiol – Koulibaly, Godin – Miranda, Terry – Carvalho, Costinha – Maniche, Baresi – Costacurta…

Esempi di proposte pratiche osservate dalla prospettiva degli spazi di fase

Proviamo ora a porre il tutto su un piano maggiormente pratico ed illusitriamo alcune proposte esercitative utili per aiutarci nella comprensione e nello sviluppo dell’allenamento dalla prospettiva degli spazi di fase.

Vantaggio numerico offensivo nello spazio di aiuto mutuo 

Prendiamo come esempio una delle proposte metodologiche più conosciute e praticate, un rondo 3 contro 1 all’interno di un quadrato, e vediamo come poterla utilizzare per l’ottimizzazione dei criteri formatori degli spazi di fase. Per il numero di giocatori coinvolti e la struttura dell’esercizio i giocatori all’esterno saranno obbligati a muoversi sui lati aprendo costantemente linee di passaggio ed ogni loro posizionamento modificherà in maniera decisiva ogni scelta del possessore di palla.

Quali saranno gli spazi di fase da osservare? Ne possiamo identificare principalmente tre:

  1. il comportamento del giocatore nello spazio di intervento quando ha spazio e si trova in situazione di superiorità numerica nello spazio di aiuto mutuo.
  2. il comportamento del giocatore nello spazio di intervento quando si trova in parità numerica e necessita che un compagni gli apra una linea di passaggio utile per far progredire l’azione
  3. il comportamento del giocatore nello spazio di intervento quando si trova in vantaggio numerico ma il posizionamento dei compagni non gli permette di sfruttare tale superiorità. In questo caso può emergere la necessità di palleggiare con uno dei due compagni per dare tempo alll’altro di liberarsi.

Vantaggio numerico offensivo nello spazio di intervento, di aiuto mutuo e di cooperazione

 

Rondo 3+2 contro 2

In questo semplice rondo 3+2 contro 2 (gialli + blu contro verdi) potremo osservare il comportamento del nostro giocatore in situazione di vantaggio nello spazio di intervento (giocatore giallo con palla), il comportamento dei compagni nello spazio di aiuto mutuo, anche qui in situazione di vantaggio 4 contro 2, nonchè quello del vertice giallo lontano dalla palla nello spazio di cooperazione.

Vantaggio posizionale offensivo e difensivo

In questo semplice gioco di posizione in cui, a differenza dei precedenti, viene introdotta la direzionalità, i giocatori della squadra blu dovranno mantenere il possesso passando da un vertice all’altro risolvendo la doppia situazione di 1 contro1 nelle due metà campo. Nella situazione raffigurata sopra, possiamo notare il comportamento del difensore giallo nel campo 1 in situazione di superiorità posizionale – trovandosi in posizione ideale per tentare l’anticipo sul passaggio o, nel peggiore dei casi, obbligando l’attaccante blu a mantenere le spalle verso il vertice opposto – e quella dell’attaccante blu nel campo 2 che si trova invece in situazione di superiorità posizionale rispetto al difensore giallo, trovandosi nelle condizioni di poter ricevere ed orientare verso il vertice lontano.

La stessa identica proposta esercitativa potrà essere utilizzata per lo sviluppo del vantaggio dinamico offensivo nel caso in cui venga introdotta la regola che permetterà agli attaccanti blu di muoversi a proprio piacimento in entrambe le metà campo.