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Le seconde palle sono allenabili?

Nel mondo del calcio molta enfasi è posta sulla creatività, il talento individuale e la capacità di segnare gol attraverso l’applicazione di principi di gioco in fase di possesso. Tuttavia, c’è un aspetto meno glamour ma altrettanto cruciale del gioco che talvolta viene trascurato: le seconde palle. Per questo motivo, ho pensato che sarebbe stato interessante andare completamente controcorrente e concentrarsi invece su questa situazione fuori controllo del gioco per capire  se, e in quale modo,  sia possibile intervenire didatticamente su di esso.

"Per me buttare la palla in avanti e giocare sulla seconda palla equivale a scommettere, perchè la palla può finire a chiunque." Roberto De Zerbi

Una seconda palla è identificabile come una palla che viene respinta, deviata o liberata dopo un tiro o un passaggio. Questo può accadere in vari contesti durante una partita di calcio. Ad esempio, potrebbe verificarsi quando una squadra tenta di segnare su un calcio d’angolo o un calcio di punizione. Se il portiere avversario respinge il tiro, la palla diventa una “seconda palla” e rappresenta una nuova opportunità per entrambe le squadre. La capacità di controllare e sfruttare le seconde palle è un aspetto fondamentale del gioco, poiché determina quale squadra può mantenere la pressione sull’avversario e creare nuove opportunità per segnare.

Mi sono quindi chiesto se, all’interno di tutta questa imprevedibilità tipica delle seconde palle, fosse possibile per un allenatore intervenire sulla propria squadra per organizzarla in maniera tale da ridurre, per quanto possibile, questa precarietà di controllo sugli avvenimento del gioco. 

All’interno di questo articolo voglio concentrarmi sulle possibili situazioni di seconda palla partendo da una situazione di fase di possesso, e per farlo ho identificato tre diverse tipologie di seconde palle che si possono venire a creare in seguito ad altrettante differenti modalità di costruzione diretta: da calci piazzati, con palla lunga scelta e con palla lunga forzata. A mio parere, ogni palla lunga rientra in una di queste categorie. Mentre le specifiche di ogni categoria si traducono in particolari situazioni di seconda palla.

Nella fase finale di questo articolo, poi, voglio fare un accenno su come affrontarle dal punto di vista difensivo mediante contropressing, il pressing all’indietro di un giocatore di un reparto sopra palla e come poter ottenere una situazione di superiorità posizionale anche all’interno di una situazione così apparentemente casuale come quella delle seconde palle.

In generale, ci sono due categorie principali di seconde palle. Nella prima situazione la palla viene giocata all’indietro, verso la propria porta, per i giocatori che si trovano dietro al compagno che è in grado di ricevere il lancio. La seconda situazione, al contrario, è quella in cui il giocatore che riceve è in grado di indirizzare la giocata sopra in avanti verso la porta avversaria, costringendo gli avversari a dover effettuare corse all’indietro.

Entrambe le situazioni, come anticipato, presuppongono una costruzione diretta attraverso lanci lunghi provenienti, il più delle volte, dalla propria linea difensive o addirittura dal portiere. Seppur si tratta di una strategia tattica abbastanza obsoleta – seppur ancora abbastanza comunemente utilizzata –  l’utilizzo di questo tipo di giocata può avere molteplici obiettivi. Prima di tutto, si può provare a far sì che il giocatore che vince la seconda palla sia in grado di riceverla sotto controllo. Questo gli consentirà di continuare lo sviluppo o, per lo meno, mantenere il possesso per la sua squadra. Un altro obiettivo, invece, potrebbe essere quello di guadagnare spazio e/o di uscire da una pressione. Giocando lungo non dai agli avversari la possibilità di pressarti vicino alla tua porta, mentre ti permette di portare la pressione nella metà campo avversaria. In generale, le palle sopra permettono un rapido avanzamento in verticale, ma con un controllo sulla progressione dell’azione abbastanza limitato.

I tre diversi tipi di seconde palle

Seconda palla da palla inattiva

La prima tipologia che prenderò in esame sarà quella relativa alle situazioni di seconda palla in seguito ad una palla inattiva. Nello specifico, queste sono identificabili per lo più come rimesse dal fondo o calci di punizioni conquistati nel terzo di campo difensivo, che vengono giocati in maniera diretta in quello offensivo. Distinguerò in seguito due ulteriori sotto categorie di questo tipo di situazioni:

  • le palle inattive da posizione centrale
  • le palle inattive da posizione laterale

1.1 Palle inattive da posizione centrale 

Lo spazio è uno degli elementi fondamentali del gioco del calcio, essenziale per ottenere successo in campo per le squadre in grado di interpretarlo nella maniera migliore per sfruttarlo a proprio vantaggio. Ecco perchè ritengo importante la distinzione di cui sopra: un conto è trovarsi in una situazione di seconda palla in una zona centrale del campo, con meno o più densità, come vedremo in seguito, un’altra ancora è invece trovarsi in una zona limitata e per di più congestionata come quella a ridosso della linea laterale.

Nei casi di costruzione diretta da palla inattiva, il grande vantaggio sarà quello di avere il pieno controllo sul posizionamento in campo, potendo così organizzare una struttura predeterminata di squadra che permetta di avere una disposizione ed uno scaglionamento che la renda il più efficace possibile nella conquista della seconda palla. Inoltre, aspetto da non sottovalutare, anche il passaggio diretto giungerà a destinazione in maniera più precisa per via dell’assenza di pressione avversaria e della situazione di palla ferma. Lo svantaggio di questa situazione deriva invece dal fatto che nella zona di destinazione della sfera si creerà una densità di giocatori tale da rendere quella porzione di campo molto “caotica”. Anche gli avversari, infatti, ovviamente si adegueranno alla disposizione della nostra squadra,  il che di solito si traduce in una serie di duelli per la conquista della seconda palla, con nessuna delle due squadre in grado di controllare davvero la sfera fino a quando non viene giocata fuori dalla zona di pressione. 

Alla luce di tutto questo, come è possibile organizzare tatticamente la propria squadra al fine di aumentare le possibilità di conquista e gestione di una seconda palla partendo da questo tipo di situazione? A mio avviso le strategie operative migliori sono essenzialmente due: creare una situazione di superiorità numerica nella zona in cui si decide di giocare la palla ed avere cura del posizionamento in smarcamento ed attacco preventivo dei giocatori nella zona più lontana, il cosiddetto lato cieco. La maggior parte delle squadre infatti cercherà di diventare abbastanza compatta intorno al giocatore a cui verrà indirizzata la palla. Nella pratica, prendendo come riferimento i famosi canali verticali di Guardiola, la larghezza della maggior parte delle squadre sarà di circa tre corridoi verticali, con la squadra che occupa entrambi i corridoi accanto al giocatore a cui è diretta la palla iniziale, lasciando invece liberi quelli più distanti.

Il questa situazione di rimessa dal fondo il portiere cercherà di  giocare la palla al numero 9, quindi la squadra si assicura di essere compatta occupando i corridoi centrali e di sinistra, provocando un adeguamento della squadra avversaria rossa. La squadra gialla proverà a creare una situazione di parità numerica di 7 contro 6 nella zona in cui ricadrà il pallone, mentre il giocatore numero 7 sul lato opposto si smarcherà preventivamente cercando di posizionarsi dietro la ‘spalla lontana’ (rispetto alla palla) del proprio marcatore diretto per attaccare lo spazio davanti a lui in seguito alla riconquista.

Per quanto eliminare l’incertezza della seconda palla sia impossibile, avere l’opportunità di manipolare la struttura difensiva avversaria attraendola in una determinata zona di campo in cui avremmo preventivamente preparato una situazione di superiorità numerica potrà, al tempo stesso, agevolare la riconquista ed il controllo delle situazioni di seconde palle, fornire la possibilità di trovare un compagno libero con tempo e spazio e creare potenziali situazioni di uno contro uno in campo aperto sul lato opposto. 

1.2 Palle inattive da posizione laterale

Quando la palla inattiva proviene da zona laterale la situazione si presenta leggermente differente. Questo è dovuto principalmente alla differenza degli spazi, fortemente influenzati dalla vicinanza alla linea laterale, che modificherà alcune dinamiche relative alle seconde palle. La prima è la postura del ricevente, che potrà assumere un posizionamento corporale con appoggi più aperti (con schiena al fuori) che gli permetteranno di eseguire un colpo di testa maggiormente pulito sulla palla con la possibilità di giocarla in più direzioni. Inoltre, nel caso in cui il possesso venga perso, la squadra avversaria potrà essere facilmente contro pressata poiché lo spazio è limitato dalla linea laterale. Un principio che Pep Guardiola ha portato in auge in passato quando ha definito la linea laterale come miglior alleato possibile per i difensori. Inoltre, quando si gioca la palla lateralmente, si aumenta anche le possibilità che l’avversario possa perdere la palla oltre la linea laterale, permettendoti così di riprendere il gioco nella metà campo d’attacco.

Il principio alla base della gestione di questo tipo di situazioni è non troppo dissimile a quello precedentemente descritto. La maggior parte delle squadre utilizzerà una struttura di difesa preventiva 2-3 o 3-2, porterà un giocatore in posizione leggermente più avanzata rispetto al giocatore predisposto a contendersi il duello aereo per raccogliere una sua eventuale spizzata e avrà un giocatore che rimarrà largo sul lato opposto del campo. Inoltre, i centrocampisti saranno quasi sempre scaglionati, facendo attenzione a non occupare mai la stessa linea orizzontale per garantire una maggiore possibilità per vincere la seconda palla e una maggiore copertura preventiva della propria metà campo. 

Due esempi di scaglionamento su situazione di palla inattiva laterale.

Anche in questo caso, come in precedenza, la squadra avrà come obiettivo principale quello della conquista della seconda palla per poi ribaltare velocemente l’azione d’attacco verso una zona in cui le variabili di spazio, tempo e numeri di giocatori permettano uno sviluppo più pericoloso. Nel caso della figura sopra potrebbe trattarsi di un cambio gioco verso il numero 11 o di una verticalizzazione nello spazio dietro alla linea difensiva per il numero 9.

Seconda palla da giocata lunga scelta

L’utilizzo delle seconde palle solitamente viene vista come una soluzione strategica offensiva tipica di squadre che non hanno una grande proprietà di palleggio. Seppur questa considerazione abbia solide radici di verità, la risoluzione di queste situazioni richiede il più delle volte, oltre che una certa fisicità in attacco o a centrocampo, anche proprietà tecniche e soluzioni tattiche ben precise.

Prendiamo in esame la seconda tipologia di seconde palle individuata all’inizio di questo articolo e cioè quelle generate da un lancio scelto. Per giocata lunga scelta, intendo quelle situazioni in cui un giocatore in possesso della sfera ha tempo e spazio e sceglie consapevolmente di giocare la palla lunga.

In questi casi il vantaggio della squadra in possesso deriva proprio dalla situazione di palla aperta, e quindi dalla possibilità del giocatore in possesso di lanciare palla in avanti in maniera precisa; lo svantaggio, invece, è che rispetto alla precedente situazione analizzata di palla inattiva, la struttura della squadra potrebbe non essere organizzata perfettamente, in quanto non viene predeterminata al momento del lancio per creare una situazione favorevole di superiorità.

Il modo più efficace e comune per far progredire il gioco da questo tipo di situazione è quello di giocare una palla diretta ad un compagno dell’ultima linea – solitamente con un difensore o talvolta con il portiere – che si trova al centro del campo o in uno dei due corridoi adiacenti, quelli intermedi. Una volta partito il lancio un altro giocatore, (di solito un centrocampista o un’ala) si posiziona nello stesso corridoio appena dietro il giocatore che riceve la palla lunga, al fine di ricevere una sponda e continuare il gioco.

Il lancio di Barella dalla destra viene quasi tagliato dal video, ma quello che intendo sottolineare è il posizionamento di Lautaro Martinez che occupa il medesimo corridoio di Lukaku per raccoglierne la sponda. In questo caso questo principio viene utilizzato per finalizzare ma è altrettanto efficace in fase di costruzione e rifinitura.

89° minuto della finale di Champions League 2012-13. Mandžukić raccoglie il lancio lungo del suo compagno, Robben si sposta sotto di lui, nel corridoio centrale occupato dal suo compagno ed è in grado di raccogliere la palla prima protetta e poi lasciata li dal proprio compagno.

Un’altra opzione può essere quella di avere i giocatori predisposti a lavorare sulla seconda palla – chi riceve la giocata lunga e chi si trova sotto palla – che sono posizionati in diagonale. Quando questo accade, fornisce ai difensori maggiori difficoltà per fermare l’attacco poiché il giocatore avversario che si è appena spostato per contestare il colpo di testa non può più continuare la corsa per contestare anche il giocatore che riceve. 

Il video sotto aiuta nella spiegazione di quanto appena descritto, anche se la seconda palla viene generata da un colpo di testa difensivo per liberare l’area di rigore e non da una palla lunga scelta: Dzeko si avventa sulla sfera per raccogliere il rimbalzo, Izzo lo segue e quando si accorge del movimento in diagonale sotto palla di Barella prova a fermare la corsa per non subire il 2 contro 1 e marcare, a questo punto, lo spazio. Il passaggio in diagonale permette inoltre a Barella di avere anche un vantaggio dinamico nei confronti del difensore del Torino: mentre lui può correre direttamente in avanti, Izzo è costretto a spezzare la corsa e a rallentare al punto da quasi non provare nemmeno ad intervenire.

Come detto, la più grande differenza tra le seconde palle derivanti da giocate sopra scelte e quello da palla inattiva è la compattezza della squadra. Nelle prime la squadra non sarà in grado di avere sempre una struttura predefinita ed equilibrata. Questo pone una maggiore enfasi sull’importanza del duello aereo iniziale, poiché senza un’adeguata struttura per l’attacco alle seconde palle rischia di crearsi molto più spazio dietro la difesa e meno giocatori che possono immediatamente pressare un avversario quando questo vince la seconda palla.

Come con la situazione di palla inattiva, invece, è molto importante che dopo la riconquista del possesso la squadra sia in grado di raggiungere un giocatore libero per entrare di nuovo in uno stato di controllo del gioco. I modi per raggiungere questo obiettivo, che è molto più frequente in questa situazione rispetto a quelle da palla inattiva, sono la creazione di situazioni di superiorità – non sempre possibili abbiamo già constatato – e di un gegenpressing immediato o la vittoria dei duelli individuali che permetteranno di generare in forma naturale la creazione di un uomo libero per avviare la fase di rifinitura e/o attacco linea.

Provo dunque a rispondere alla solita domanda: in che modo possiamo aiutare le nostre squadre nella gestione di una situazione così tanto caotica? Lavorando su ciò in cui possiamo avere il diretto controllo. Secondo quanto appena descritto quindi, nel far comprendere ai nostri giocatori attraverso esercitazioni specifiche, l’importanza del loro posizionamento nei corridoi verticali sotto palla in funzione della direzione e della modalità del lancio dalla zona 1 verso quello in zona 2 o zona 3. Posizionamento che non sarà più predeterminato, ma che grazie alla situazione iniziale di palla aperta, e quindi con tempo e spazio, potrà essere manipolato in maniera tale da renderlo il più funzionale possibile per raccogliere la seconda palla e avere più possibilità di riconquista.

Seconda palla da giocata lunga forzata

Senza dubbio si tratta della situazione a più alto rischio di casualità fra tutte quelle analizzate. In questa situazione un giocatore viene pressato e non ha il tempo e lo spazio per trovare un’altra soluzione e quindi decide di giocare lungo. L’obiettivo principale di questo tipo di passaggio è quello di guadagnare spazio e spostare la zona di pressione nella metà campo avversaria, senza correre il rischio di perdere il possesso nella propria.

Tuttavia, a causa della pressione avversario, è molto probabile che il passaggio in avanti non abbia molta qualità in quanto a precisione, inoltre poiché si tratta di situazioni abbastanza incontrollate (la squadra attaccante non è in grado di definire con tempo sufficiente la struttura prima che la palla venga giocata) non è raro che la squadra in possesso si faccia trovare con una struttura ed uno scaglionamento poco idoneo per essere in grado di raccogliere una seconda palla. Solitamente infatti il lancio del giocatore pressato è anticipato da un tentativo di costruzione dal basso pertanto il rischio è quello di aver accumulato molti giocatori nella propria metà campo che non saranno però in grado di poter lavorare adeguatamente sulla seconda palla a causa dell’eccessiva distanza dalla zona in cui terminerà il lancio. 

Ci sono situazioni in cui però questo posizionamento è in realtà un aspetto negativo per i giocatori della squadra avversaria. Quando si muovono in avanti per portare pressione forte all’avversario, e la palla viene giocata lunga si crea una situazione di svantaggio dinamico per la squadra che raccoglie la seconda palla, poiché poco prima si stavano muovendo nella direzione opposta e hanno bisogno di più tempo per adattarsi al cambio di senso, consentendo così ai giocatori della squadra fino a poco tempo in possesso di arrivare in anticipo e vincere la seconda palla.

L’esempio più lampante di questo vantaggio dinamico? Guardate la distanza fra Podolsky e Cannavaro al momento del colpo di testa del difensore azzurro e come Cannavaro sfrutti il vantaggio dato dalla sua direzione di corsa per arrivare sulla palla nel momento del controllo del tedesco.

Avrei potuto far terminare il taglio di questo video al minuto 4:36 ma è sempre da brividi rivedere il finale di questa partita…

Detto e sottolineato ancora una volta delle difficoltà di controllare – e di conseguenza allenare – questo tipo di situazioni credo che un allenatore possa comunque cercare di intervenire didatticamente su di esse ponendo grande enfasi nell’organizzazione di una struttura di squadra che sia sempre il più stratificata possibile per aumentare le possibilità di vincere le seconde palle. In questi casi accade infatti molto spesso che la palla venga rinviata direttamente dai difensori avversari saltando la prima linea della struttura della squadra, motivo per cui le linee successive avranno una grande importanza nel lavoro di recupero del possesso, evitando di farsi trovare eccessivamente aperte con ampi spazi attaccabili dagli avversari in ripartenza. Esattamente il concetto che Guardiola apprese da quello che poi fu suo vice a Manchester, Juanma Lillo,

"Più veloce porti la palla in avanti, più veloce questa ti torna indietro."

e che lo portò a modificare, nel suo secondo anno in Germania, la struttura preventiva del suo Bayern accentrando i terzini. Una strategia tattica che Guardiola utilizzò per la gestione delle transizione ma che a mio avviso ha, da un punto di vista ideologico, più di un punto in comune con la gestione delle seconde palle.

Allenare il gegenpressing su seconda palla

Nelle ultime stagioni abbiamo avuto anche esempi di squadre capaci di sfruttare le seconde palle puntando su una dimensione più collettiva che individuale. Allenatori come Schmidt o Klopp hanno fatto della “perdita controllata” del possesso un’arma offensiva micidiale, forzando volutamente un lancio lungo in una zona coperta da avversari oppure verso un compagno in svantaggio contro il diretto marcatore sul duello aereo, con una traiettoria e una parabola che rendevano necessario rinvio immediato di testa o al volo, per poi aggredire la zona circostante con tanti uomini per conquistare il rimbalzo e, sfruttando l’inerzia dell’azione, attaccare della porta.

Foto – e paragrafo – rubati dal bellissimo articolo di Dario Pergolizzi “Dizionario tattico: le seconde palle” pubblicato su Ultimo Uomo.

In effetti le seconde palle generate da un lancio lungo possono essere situazioni eccellenti per applicare il contropressing, in particolare durante le situazioni di palla inattiva e giocata sopra scelta, poiché si ha il controllo sulla struttura della tua squadra. Inoltre, dal momento che una palla aerea è difficile da controllare, sarà complicato per l’avversario giocare ed uscire dalla zona in cui ricadrà la palla sotto il pressing avversario entro i primi due passaggi. Soprattutto perché di solito verrà a mancare l’uscita in ampiezza, in quanto l’intera squadra si sarà disposta in forma piuttosto compatta per difendere la palla lunga.

Il pressing immediato in seguito a seconda palla può essere generalmente portato in due modi: 

  • orientato sull’uomo 
  • orientato sullo spazio 

Applicando il contropressing orientato sull’uomo, la squadra assicura che tutti i giocatori siano pressati da un avversario diretto e non siano in grado di giocare passaggi controllati per allontanarsi dalla zona di campo in cui ci si trova e raggiungere lo spazio aperto sul lato opposto.

 

Il contropressing orientato allo spazio, invece, è spesso evidenziato in situazioni in cui la seconda palla cade tra più linee difensive. In questo modo, questo porterà la linea sotto palla a premere in avanti portando pressione al possessore e la linea superiore a portare un raddoppio giungendo dalla direzione opposta.

Un’altra categoria di contropressing sulle seconde palle è il passaggio immediato al pressing dopo che la seconda palla è stata persa. Per capire questo è importante capire il concetto di un trigger. Per trigger (tradotto letteralmente, grilletto) di pressione si intendono momenti predeterminato in cui è favorevole portare pressione. Quando uno di questi momenti si verifica in partita è il segnale per l’intera squadra di iniziare a portare una pressione feroce. Esempi di queste situazioni sono riconducibili a 

  • ricezione errata o difettosa
  • ricezione di schiena
  • ricezione sul piede debole (si presuppone un’adeguata conoscenza dell’avversario);
  • passaggio lento o errato;
  • passaggio laterale vicino alla linea laterale;
  • chi è in possesso del pallone ha un’esitazione;
  • chi riceve il passaggio si trova vicino ad un avversario

In situazioni di seconda palla questi trigger sono molto più comuni che si verifichino. Questo in realtà ha abbastanza senso se consideriamo che anche una palla alta o che rimbalza è considerato un segnale di pressione. 

Un’altra forma di seconda palla in cui il pressing immediato è particolarmente efficace è la situazione in cui l’attacco della seconda palla avviene con un giocatore che si trova sul lato cieco degli avversari. Nelle situazione di palle aeree infatti, il campo visivo dei giocatori è focalizzato per lo più sulla palla stessa e questo rende quindi abbastanza limitato l’angolo di spazio che si sta guardando.  Pertanto, le possibilità di sfruttare i lati ciechi degli altri giocatori aumentano enormemente.

Questo tipo di situazione di solito si ha con una palla lunga da dietro, dopo di che il difensore centrale della squadra in difesa ottiene un colpo di testa pulito sulla palla e dirige la palla verso i centrocampisti centrali dell’avversario che cercano di vincere la seconda palla. Tuttavia, mentre la palla sta rimbalzando, i centrocampisti centrali di solito guardano solo la palla, non consapevoli di ciò che l’attaccante sta facendo dietro di loro. Ciò consente all’attaccante di applicare il pressing all’indietro e uscire dal lato cieco del centrocampista centrale di fronte a loro per vincere la seconda palla.

8 secondi, due attacchi su seconda palla dal lato cieco del giocatore in possesso.

Creare superiorità posizionale nelle seconde palle

All’interno della filosofia del gioco posizionale, c’è una grande attenzione alla “creazione di superiorità” al fine di far progredire la palla sul campo. Concetti simili possono essere usati qui per far progredire il gioco da una palla lunga e da una conquista della seconda palla. In particolare, il concetto di “superiorità posizionale” può essere utilizzato in situazioni di ‘palla sopra’, anche se la natura dell’attacco è molto diversa.

In una tipica situazione in cui la palla viene giocata lunga verso l’attaccante, solitamente il difensore centrale decide di spostarsi dalla sua posizione di presidio e di contendere il duello aereo al suo avversario. Questo movimento a rompere il reparto, porterà l’altro difensore centrale e almeno uno dei terzini (immaginando una linea a quattro) a dover compiere un movimento di copertura all’indietro. Se, al contrario, non assumessero questa posizione, lascerebbero aperto lo spazio alle loro spalle, che potrebbe potenzialmente essere sfruttato dagli avversari nel caso in cui la palla venisse indirizzata proprio in quello spazio.

Poiché quindi il difensore centrale e il terzino devono mettersi in una posizione di copertura, può essere utile posizionare un giocatore davanti a loro, poiché questo costringerebbe il difensore a prendere una decisione. Difendo lo spazio o resto sull’uomo?  Proprio come con l’idea di una superiorità posizionale, questo crea una situazione in cui, indipendentemente da ciò che il difensore decide di fare, lo spazio si apre sempre su entrambi i lati di lui.

Se il difensore decide di stringere sul giocatore posizionato davanti a lui, allora lascia campo aperto alle sue spalle che può essere sfruttato quando l’attaccante dirige la palla in quello spazio e i suoi compagni corrono in quella zona per vincere la seconda palla. Se, al contario, il difensore decide di dare priorità alla copertura e marcare lo spazio alle sue spalle (che è la cosa più logica da fare considerando i rischi-benefici della sceltai) il giocatore posizionato davanti a lui sarà in grado di liberarsi e ricevere una seconda palla praticamente indisturbato.

Finale di Champions League 2010. L’1-0 viene segnato dopo una palla lunga giocata da Julio Cesar a Milito. Mentre Demichelis va a contendere il duello aereo a Milito, Van Buyten deve andare in posizione di copertura, che consente a Sneijder di liberarsi nello spazio che Van Buyten decide di lasciare aperto.

Conclusioni

Ancor prima di De Zerbi, è stata un’intervista di Julian Nagelsmann ai tempi in cui allenava l’Hoffenheim ad aprirmi gli occhi sulla casualità delle seconde palle. Come De Zerbi anche lui sosteneva il fatto che giocare sulle seconde palle equivaleva a lanciare una moneta per aria, con la probabilità del 50% di vincerla e il 50% di perderla. 

Questo articolo nasce dalla domanda che mi sono posto sul fatto se fosse realmente così o se, pur rimanendo in un contesto di grande incertezza, fosse in qualche modo possibile far pendere l’ago della bilancia maggiormente da una parte, aumentando le possibilità di riconquista e creando strutture di gioco che possano permettere uno sviluppo successivo non casuale.

Inoltre credo che anche allenatori che adottano uno stile di gioco in fase di possesso lontano da quello della costruzione diretta appena descritto, debbano essere in grado di preparare le loro squadre ad affrontare questo tipo di situazioni che le squadre avversarie potrebbero creare in maniera più o meno sistematica in alcune partite.