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Un piccolo scorcio del Genoa di Retegui e Gudmunsson

Dopo essere riuscito a risolvere i problemi del Genoa targato Blessin ed aver condotto i rossoblù ad una meritata promozione, Alberto Gilardino è ora chiamato a confermare il buon lavoro fin qui svolto in un contesto decisamente più probante e competitivo come la Serie A. 

L’ultima uscita per farsi trovare pronti all’inizio del campionato, nonchè la prima partita ufficiale della stagione 2023/24, è stata la sfida contro il Modena valida per il primo turno di Coppa Italia.

La contrapposizione tattica

Il nuovo Genoa si è presentato al primo appuntamento stagionale con 6/11 dei giocatori riconfermati dalla passata stagione. I volti nuovi erano rappresentati dal secondo portiere Leali, Vazquez – di ritorno in rossoblù dopo un anno alla Cremonese – i centrocampisti Martin e Thorsby oltre che la punta centrale Matteo Retegui, chiamato a risolvere i problemi finalizzativi dei rossoblù. E se i primi due sembrerebbero essere – per lo meno nelle gerarchie iniziali – due rincalzi, lo spagnolo, il norvegese e l’italo-argentino sono apparsi fin da subito pedine molto importanti nello scacchiere tattico dei rossoblù.

Il 3-5-2 modellato da Gilardino fin dal suo avvento sulla panchina del Grifone ha la chiara intenzione di rinforzare la zona centrale del campo, affidando il presidio delle zone esterne alle corse di Hefti e Martin seppur con interpretazioni differenti: più lineare quella dello spagnolo, con il compito di fornire massima ampiezza sul lato sinistro compiendo movimenti per lo più in appoggio mentre la mezzala di parte Thorsby attaccava lo spazio in avanti, con maggiore conversione verso il centro invece quella dello svizzero Hefti, soprattutto in fase di non possesso quando venivano attivate alcune rotazioni a centrocampo che portavano Badelij ad allargarsi per ricevere fuorilinea e favorire l’avanzamento della manovra. Gudmunson e Retegui in avanti sono parsi una coppia dall’ottimo potenziale con caratteristiche complementari. L’abilità nel giocare sull’intercetto dei tre mediani, combinata con la forte aggressività dei braccetti di difesa sui riferimenti degli attaccanti avversari anche distante dalla porta, ha fornito una buona compattezza centrale soprattutto nella prima parte della partita, tuttavia, subito il primo gol il Genoa sembra aver perso alcune delle sue certezze. 

Il Modena si è invece schierato con un 4-3-1-2 che poteva mettere in difficoltà il Genoa per via della superiorità numerica in mezzo al campo, tuttavia l’aggressività uomo contro uomo della squadra di casa ha reso questo vantaggio numerico e posizionale più innocuo di quanto abbia potuto in realtà essere. Nemmeno la libertà di cui godevano in fase di costruzione i due laterali bassi, per via della eccessiva distanza con i quinti del Genoa, in partenza troppo collegati ai difensori centrali, è stata particolarmente utile per predisporre una struttura di gioco che garantisse un’uscita pienamente controllata con la palla al piede.

Costruzione dal basso

Nel nuovo Genoa di Gilardino il concetto di costruzione dal basso cercando di attrarre la pressione avversaria e trovare maggiori spazi aperti dietro alle linee di pressione è utilizzato, seppur con giudizio. Tuttavia nella prima uscita dei rossoblù è sembrato abbastanza evidente come ancora non tutti i giocatori siano a proprio agio in questo tipo di interpretazione tattica. La difficoltà maggiore è stata quella di relativa al superamento della prima linea di pressione. Con una contrapposizione tattica che portava i due attaccanti ed il trequartista del Modena a trovare facili riferimenti, sarebbe stato più opportuna un’interpretazione più coraggiosa nell’utilizzo del portiere per poter creare vantaggiose situazioni di 2vs1 con le quali poter eludere i duelli portati dagli avversari. La staticità e il gioco di troppa posizione dei centrali e dei mediani adibiti alla costruzione, Badelji e Frendrup, unita alla poca intraprendenza dell’estremo difensore, ha invece reso troppo prevedibile e farraginosa la manovra di costruzione del Genoa. Il gol del momentaneo 1-2 del Modena – arrivato in seguito ad un errore in costruzione, con una giocata troppo lenta in verticale di Leali su Badelji, pressato e mal posizionato al momento della ricezione – ha sortito l’effetto di cercare sempre con maggior frequenza la giocata alternativa lunga su Thorsby che si alzava a ridosso degli attaccanti per cercare di innescarli vincendo il duello aereo. Eppure in un’occasione – 15° minuto del primo tempo – il Genoa aveva mostrato anche una buona fluidità posizionale per eludere la pressione avversaria variando la sua occupazione degli spazi in uscita in un 4-2-1-3 che aveva permesso a Gudmunsson di ricevere indisturbato in zona di centrocampo, puntare la linea avversaria e creare una potenziale occasione pericolosa con una passaggio all’accorrente Thorsby dentro l’area di rigore.

Le potenzialità della coppia Gudmunsson – Retegui

Nel primo semestre a Genova, pur intravedendosi già le sue qualità, Gudmunsson era sembrato quasi un oggetto misterioso. Lo scorso hanno si è invece mostrato per il talento grezzo che è, in grado di strappare in campo aperto e attaccare anche un’intera linea schierata come nell’occasione del gol del 3-2. Dotato di grande mobilità e buonissima tecnica, sembra la spalla ideale per chi, invece, è stato chiamato per essere la maggiore fonte realizzativa del Genoa 2023/24: Matteo Retegui.

Con la loro interpretazione, il 3-5-2 disegnato sulla carta da Gilardino, ha spesso mutato forma in un 3-5-1-1 con disposizione in diagonale dei due attaccanti per favorire giocate combinate in velocità, talvolta accompagnati anche dagli inserimenti di Thorsby in quello che diventava un 3-4-2-1. In questo contesto, l’islandese viene coinvolto maggiormente in un lavoro di raccordo con il centrocampo negli spazi intermedi in zona di rifinitura, mentre Retegui è il giocatore d’attacco alla profondità di cui il Genoa ha bisogno per avere variabilità di manovra e maggiore imprevedibilità nell’attacco all’ultima linea, sia con azione manovrata (per conferma rivedere l’azione dei due al 61°minuto) che in ripartenza (vedi sotto), in cui i due hanno mostrato, per capacità tecniche, variabilità tattica e senso del gol, di essere potenzialmente una delle coppie d’attacco con il più alto tasso di hype della prossima Serie A.

Una rondine non farà primavera, ma i tre gol segnati nella prima uscita, due dall’italo argentino ed uno dall’islandese, sono sicuramente un segnale che la strada per un’intesa sempre maggiore tra i due è quella giusta.

I problemi del centrocampo

Dove invece sembra necessario più tempo per oliare certi meccanismi e stabilire determinate distanze è nella zona centrale del centrocampo. Detto dei problemi in fase di costruzione, Badelij, Frendrup e Thorsby hanno mostrato di essere giocatori abbastanza affidabili nella contrapposizione uomo contro uomo in fase di non possesso, anche se la propensione mostrata dalle due mezzali di inserirsi in avanti ha spesso esposto la squadra a pericolose ripartenze e/o a potenziali pericolose situazioni di parità numerica in ultima linea con il solo Badelij chiamato a schermare le linee di passaggio.

Anche in fase di palleggio, il fraseggio fra i tre è stato piuttosto limitato, un pò per merito della pressione avversaria, ma il più delle volte per distanza in orizzontale fra i giocatori troppo dilatata e mancanza di smarcamenti finalizzati a combinare in zona centrale.

Commento finale

Il Genoa è partito forte, con una pressione indirizzata sull’uomo e transizioni dopo la perdita del possesso molto aggressive. Tuttavia, con il passare dei minuti è apparso piuttosto evidente come questo tipo di approccio coraggioso, dopo aver portato ad ampi benefici, vedi primo e terzo gol, abbia esposto il Genoa a profondi rischi in fase di ripartenza, che forse potrebbero risultare eccessivi in un contesto come quello della Serie A. 

Se il mercato ancora aperto non porterà all’arrivo di una mezzala di qualità negli inserimenti in avanti e nel dialogo con gli attaccanti, Gilardino dovrà essere in grado di modulare la “quantità” vista nella partita con il Modena per sopperire a questa mancanza senza sbilanciare eccessivamente la squadra e le distanze fra i reparti. In questo contesto sarà curioso vedere come Gilardino utilizzerà il neo acquisto Messias.