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Teoria tattica: le varie forme di difesa preventiva

"La fase difensiva è assolutamente essenziale se vuoi attaccare molto. L'organizzazione difensiva è la pietra angolare di tutto quello che voglio realizzare con il mio calcio." Guardiola in Herr Pep

Da quando la cultura del calcio posizionale si è insediata in quasi tutto il mondo grazie al Barcellona di Guardiola, grande enfasi è stata posta da allenatori e studenti calcistici sui maggiori principi e sotto principi della fase di possesso. Posizionamenti, spaziature e linee di corsa  o di passaggio hanno preso il sopravvento nella lista delle priorità didattiche di molte sedute di allenamento, con la finalità di esaltare sempre di più le varie forme offensive delle proprie squadra.

Tuttavia esiste un altro fondamentale aspetto della fase offensiva che, nonostante la visione sempre più olistica che sta prendendo la cultura collettiva degli allenatori, viene curato con meno intensità: la difesa preventiva.

Da quando poi, con l’avvento del gegenpressing, il modello tedesco portato in auge dal RedBull Lipsia e Klopp ha rivoluzionato le transizioni offensive (e difensive), l’organizzazione della difesa preventiva ha assunto un’importanza fondamentale negli equilibri tattici di una squadra che vuole essere propositiva nel gioco e proattiva nelle sue intenzioni.

L’altra faccia della medaglia che anche lo stesso Guardiola ha dovuto saper gestire e risolvere ai tempi del suo passaggio al Bayern. Nel bellissimo racconto biografico di Martì Perarnau della prima stagione di Pep Guardiola sulla panchina dei bavaresi, vengono descritte le difficoltà che lo spagnolo ha incontrato nel passaggio dal calcio spagnolo, caratterizzato da transizioni per lo più basate sul consolidamento, a quello tedesco, con maggiori verticalizzazioni immediate. E’  proprio da questo problema di natura tattica difensiva che nascerà poi l’implementazione dell’idea dei terzini dentro al campo, divenuti poi di grande importanza anche negli sviluppi offensivi dei tedeschi.

"(...)Tutto ciò è il risultato dell'analisi che Pep ha condotto sil calcio tedesco: chi gioca in contropiede, come la fa, e come proteggersi contro di esso. Significa che quando arrivi in area devi farlo con più giocatori possibili e tutti allo stesso momento, rimanendo sempre attenti per evitare che gli avversari possano ripartire" Buenaventura

Quando si imposta una struttura di difesa preventiva, una squadra avrà sempre giocatori in posizioni predeterminate creando un equilibrio per dare loro migliori opportunità nei momenti di transizione per evitare che l’avversario possa attaccare immediatamente verso la porta. I giocatori posizionati preventivamente di solito cercheranno di coprire i tre canali centrali. Questo perché il centro del campo ha strategicamente un valore maggiore rispetto alle aree più ampie a causa della posizione della porta.

Strutturando la difesa preventiva in maniera appropriata, una squadra potrà ottenere il dominio sulla transizione avversaria e di conseguenza diminuire la minaccia offensiva degli avversari attraverso i contropiedi. Questa struttura difensiva può essere creata in diversi modi, a seconda della formazione utilizzata durante la fase di attacco, del modello di gioco implementato dall’allenatore e delle qualità dei singoli giocatori. Tuttavia, ci sono alcuni punti in comune a cui aderiscono tutte le difese preventive. Una delle somiglianze che condividono è quella riguardante la stratificazione all’interno della struttura di squadra. Ogni linea di questa stratificazione ha funzioni diverse che riguardano il modo in cui le squadre gestiscono le transizioni.

La prima linea di una difesa preventiva è solitamente organizzata per ottenere l’accesso immediato alla palla nel caso in cui questa venisse conquistata dall’avversario.

Essendo strutturata subito a ridosso della linea d’attacco, infatti, i giocatori saranno in grado di poter portare una pressione immediata sulla palla. Questo pressione potrà essere orientata alla riconquista immediata della palla, piuttosto che al voler coprire le linee di passaggio verso gli attaccanti rivali, consentendo al resto della squadra di rinculare nelle loro posizioni difensive. L’organizzazione della prima linea dipenderà quindi anche dalla filosofia dell’allenatore e dal modello di gioco della squadra: quando la squadra vorrà predisporre una riconquista immediata avrà bisogno di un numero sufficiente di giocatori in prima linea per avere un buon accesso alla palla; quando al contrario vorrà mantenere un atteggiamento maggiormente conservativo potrà avere meno giocatori.

La prima linea ha molte responsabilità in quanto è predisposta per garantire stabilità difensiva, raccogliere le palle vaganti, per sostenere gli attacchi e controllare il centro. I giocatori dovranno inoltre mantenere una spaziatura quasi perfetta tra i difensori e attaccanti, consentendo loro di rimanere connessi sia in fase di possesso che di non possesso.

La seconda linea, invece, è solitamente posizionata a metà campo e spesso è composta dai difensori centrali. Lo scopo di questa linea è quello di fornire copertura per la prima linea, mantenendo un buon orientamento del corpo per difendere qualsiasi palla diretta che viene giocata alle proprie spalle o per fare corse in avanti a rompere la linea in caso di passaggi sulla figura. Il motivo per cui questa linea è solitamente posizionata sulla linea di metà campo è molto semplice: gli attaccanti avversari non possono essere in fuorigioco nella propria metà campo, quindi l’attaccante avversario di solito rimane proprio davanti alla linea di metà campo. 

Di solito, i giocatori in seconda linea si muovono in relazione ai comportamenti della prima e assicurano che non vengano generati spazi all’interno della struttura della squadra per mantenere la compattezza. Più giocatori si posizionano in questa linea, maggiore è la sicurezza che una squadra deve difendere attraverso i palloni porta a difesa della propria porta. Tuttavia, i giocatori che sono posizionati in questa linea non partecipano durante l’attacco, nè non sono in grado di premere direttamente la palla dopo averla persa. Proprio per questi motivi, questa linea è solitamente limitata a 2-3 giocatori.

In questa analisi tattica, analizzerò i diversi tipi di strutture di difesa preventiva, la loro organizzazione e i loro punti di forza e di debolezza, catalogandole in difesa preventiva con marcature a uomo, con superiorità numerica limitata e forme di difesa a zona.

Difesa preventiva a uomo

Il primo approccio che si analizzerà è quello relativo alla marcatura a uomo. Ciò significa che la squadra attaccante predisporrà delle microsituazioni di 1vs1 sotto la linea della palla contro i giocatori in attacco preventivo dell’avversario. Il numero di giocatori che vengono utilizzati per creare la difesa dipenderà quindi dal numero di giocatori che l’avversario lascia in avanti. Ad esempio, se l’avversario lascia tre attaccanti sopra palla, la difesa preventiva li abbinerà numericamente. Da un lato questo permette alla squadra di attaccare con numeri uguali nelle zone più alte, ma dall’altro significherà anche che lascerà spazi abbastanza grandi quando la riaggressione immediata per la conquista della palla, in caso di perdita, non avrà successo.

Inoltre, essendo che la posizione dei difensori dipenderà dalla posizione dell’attaccante, la squadra potrà avere problemi strutturali nella propria difesa preventiva. Prendiamo il caso in cui l’attaccante decida di posizionarsi lateralmente anziché al centro, per esempio: il difensore si muoverà con lui, lasciando di conseguenza ampi spazi nelle zone centrali del campo. Questo è, principalmente, il motivo per cui questo tipo di approccio difensivo piuttosto raramente viene visto durante le partite ad alti livelli: il rapporto rischi-benefici è infatti piuttosto sbilanciato, per lo meno con situazioni a piccoli numeri (uno-due giocatori).

Leggermente differente è invece la situazione in cui la squadra avversaria lasci tre attaccanti sopra palla. Con tre giocatori in difesa preventiva, si è maggiormente in grado di potersi aiutare reciprocamente mollando temporaneamente una marcatura ed assumendo posizioni di copertura una volta che uno dei difensori esce in pressione sulla palla. In questo caso la funzione del pressing immediato per la riconquista  diventa leggermente meno importante in quanto gli avversari non saranno più in grado di correre negli spazi aperti così facilmente. Permane tuttavia il rischio della difesa di potersi trovare in posizioni piuttosto scomode da dover difendere quando gli attaccanti avversari decidono di assumere posizioni strategiche.

Contro quattro giocatori, la difesa preventiva a uomo lascerà indietro quattro giocatori. Tuttavia con l’aumentare dei numeri diventa più facile per la difesa preventiva fornire copertura reciproca, anche partendo da posizioni “scomode”. Inoltre, per l’analisi dei costi-benefici, per la squadra avversaria risulterà molto rischioso lasciare quattro uomini sopra la palla: i sei giocatori rimasti faticherebbero molto a coprire la larghezza del campo mantenendo una pressione costante sulla palla. Questo è il motivo per cui è molto raro vedere situazioni nel gioco in cui una squadra lascia volutamente e costantemente un numero di giocatori così elevato per l’attacco preventivo.

Considerazioni sulla difesa preventiva a uomo

Come accennato in precedenza, nella difesa preventiva a uomo gioca un ruolo fondamentale lo sviluppo di una strategia di pressione immediata sulla palla in seguito alla riconquista. Soprattutto quando la difesa preventiva è formata da due o un solo uomo. Inoltre, poichè la difesa preventiva mantiene lo stesso numero di attaccanti dell’avversario, il margine di errore è molto piccolo. Perdere un duello crea immediatamente una superiorità numerica per l’avversario, mentre la squadra difensiva viene disorganizzata, per di più con molto spazio da dover difendere.

La difesa preventiva a uomo consentirà alla squadra di essere molto aggressiva sugli attaccanti avversari quando questi ricevono in figura, tuttavia la principale vulnerabilità di questo approccio difensivo è il movimento del terzo uomo avversario nello spazio aperto tra difensori. Poiché la forma di marcatura a uomo presuppone una parità numerica in ultima linea, è abbastanza complicato difendere l’inserimento di un terzo uomo. Questo infatti presupporrebbe il dover lasciare la propria marcatura iniziale, lasciando all’attaccante la possibilità di poter ricevere in un secondo momento.

È anche importante considerare la tenuta della marcatura. Marcare l’uomo in maniera aggressiva significa che il difensore ridurrà le possibilità di giocata dell’avversario in situazione di uno contro uno (per esempio per mezzo di un dribbling), ma il suo sarà un approccio reattivo che pertanto richiederà il tempo necessario per poter reagire al movimento dell’avversario, tempo che potrebbe essere sfruttato da questi per attaccargli le spalle con un contro movimento, per esempio. All’opposto, una marcatura più allentata presuppone che gli avversari abbiano più tempo per ricevere, ma permetterà al difensore di adattarsi al movimento dell’attaccante e di difendere meglio lo spazio alle sue spalle.

Un ulteriore elemento da considerare è rappresentato dal fatto che durante le situazioni di possesso palla, è difficile che i giocatori predisposti alla difesa preventiva possano partecipare alla costruzione della manovra. Poiché i giocatori in preventiva stanno marcando a uomo i loro rispettivi avversari, significa che saranno posizionati vicino a quell’avversario. Pertanto, durante la fase di possesso il loro posizionamento impedirà loro di ricevere. Per farlo, dovrebbero allontanarsi dal compito di marcatura, creando una distanza di sicurezza dal loro avversario che gli permetta di ricevere in sicurezza da una possibile pressione, ma interrompendo anche la funzione di difesa preventiva.

Difesa preventiva con superiorità limitata

La maggior parte degli allenatori non vuole correre il rischio di avere una forma di difesa preventiva in parità numerica che esporrebbe la squadra ai rischi appena descritti, e quindi preferisce mantenere sempre una superiorità numerica limitata (+1). Questa struttura dà alla squadra più sicurezza in ultima linea, poiché, essendoci un giocatore in più libero in grado di fornire copertura, i difensori saranno in grado di poter mantenere un approccio di marcatura molto più aggressivo e coraggioso se e quando necessario.

Il rovescio della medaglia di questo approccio è rappresentato dal fatto che la squadra è costretta ad attaccare con l’inferiorità numerica di un giocatore, pertanto oltre la linea della palla, assumeranno grande importanza i posizionamenti intermedi, le corse senza palla e lo scaglionamento per avere una pronta riaggressione sulla palla e dominare le transizioni.

Contro un giocatore in attacco preventivo la forma difensiva di superiorità limitata lascerà due difensori in ultima linea. Uno di loro si predisporrà per la  marcatura a uomo dell’attaccante, mentre l’altro assumerà compiti di copertura. Nel caso in cui l’attaccante dovesse spostarsi dalla parte opposta del campo, i difensori potranno scambiarsi oppure adattare la loro posizione al movimento dell’avversario mantenendo inalterate le loro funzioni.

Lo stesso si viene a verificare nei casi in cui l’avversario decida di lasciare due uomini in attacco. La difesa preventiva con superiorità limitata lascerà indietro tre giocatori, due con compiti di marcatura a uomo ed uno con funzioni di copertura. Nel caso in cui gli avversari occupino entrambi posizioni larghe la difesa preventiva formerà una linea piatta senza una prima linea preventiva. Alternativamente, i difensori potranno posizionarsi su linee diverse nel caso in cui gli attaccanti decidano di disporsi maggiormente sfilati in verticale. In tal caso, uno dei giocatori della difesa preventiva formerà una prima linea marcando da vicino l’attaccante arretrato, mentre gli altri due giocatori formeranno la seconda linea, dividendosi i compiti di marcatura e copertura.

Più articolata è l’elaborazione della difesa preventiva quando la squadra avversaria lascia tre giocatori nella loro ultima linea. La risposta dei difensori sarà ovviamente adeguata al posizionamento degli attaccanti, ma la squadra in possesso ha diverse possibilità di organizzazione. Proviamo a vederle ad una ad una.

Una prima forma comunemente utilizzata è quella che prevede la formazione di uno schieramento 1-2-1 in cui il vertice basso di questo rombo difensivo è il giocatore predisposto alla copertura, mentre tutti gli altri hanno compiti di marcatura. In questa maniera si cerca di impedire o limitare che l’uomo lasciato preventivamente in zona di trequarti possa agevolare le ripartenze centrali avversarie; quando questo avviene, viene posta molta enfasi sulle abilità individuali di difesa uno contro uno dei difensori. Saltato il vertice alto del rombo di difesa, infatti, uno dei tre giocatori rimanenti sotto la linea della palla dovrà spostarsi per mettere pressione sulla palla, con il difensore libero che dovrà ora assumersi le responsabilità di marcatura. 

Un altro possibile esempio di posizionamento preventivo vede la difesa formare uno schieramento 3-1 o 2-2.

Nel primo caso i tre attaccanti occupano tutti posizioni più avanzate e sono quindi tutti marcati. Il quarto giocatore della difesa, quello libero, occuperà una posizione più alta per formare la prima linea di copertura. Ciò gli consentirà di controllare lo spazio davanti alla difesa, partecipare durante la costruzione e fornire una prima pressione sulla palla coprendo le linee di passaggio verso gli attaccanti. Dall’altro lato della medaglia si dovrà porre una grande enfasi sulle abilità di difesa in situazione di uno contro uno dei propri difensori in seconda linea in quanto mancherà ogni tipo di copertura alle loro spalle. Con questo tipo di occupazione preventiva degli spazi, infatti, l’accesso immediato alla palla per portare pressione è limitato dallo scarso  numero di giocatori nella prima linea preventiva (uno), che non sarà in grado di coprire l’intera larghezza del campo.

Quando l’avversario assume posizioni più centrali, invece, la difesa potrà assumere una forma 2-2, con un egual numero di giocatori in prima ed in seconda linea, garantendo ai difensori una copertura adeguata del centro del campo. Di fondamentale importanza sarà il posizionamento in fase di marcatura da parte dei difensori, che dovranno tutti essere in grado di vedere sia la palla che l’avversario e mantenere le corrette distanze che possano permettergli, a seconda del tipo di situazione, di accorciare sull’uomo o “scappare” per la difesa della profondità.

Considerazioni sulla difesa preventiva a superiorità limitata

Le forme di difesa preventiva a superiorità limitata rendono leggermente più difficile il contro pressing nella metà campo avversaria rispetto allo stile precedentemente descritto di marcatura a uomo per il semplice fatto che l’attacco avviene con un uomo in meno.  D’altra parte è anche vero che il pressing immediato, realizzabile comunque in maniera efficace anche con una situazione di inferiorità, assume una rilevanza meno importante in quanto vi è un margine di errore garantito dal giocatore in più in copertura sotto la linea della palla.

Difensivamente, le forme di difesa preventiva con il +1 consentono ai difensori di rimanere molto aggressivi sui rispettivi uomini quando stanno per ricevere, mentre il difensore di copertura è in grado di eliminare qualsiasi passaggio che viene giocato dietro la difesa. Pertanto questa forma può essere una forma ideale per esercitare una pressione immediata sulla palla una volta persa.

In possesso, invece, grazie alla presenza di un uomo in più libero da opposizione di avversari, i giocatori avranno maggiore possibilità di poter partecipare attivamente alla costruzione della manovra. Poiché gli attaccanti non saranno in grado di marcare tutti i giocatori contemporaneamente, una buona spaziatura dei giocatori della difesa preventiva dovrebbe consentire abbastanza agevolmente ad uno di loro di liberarsi e svolgere compiti in costruzione.

Difesa preventiva a zona
  • Difesa a zona 1-2-1

L’ultimo modo per organizzare la propria difesa preventiva è quello di assumere una forma di difesa a zona. Questo approccio difensivo cerca di coprire determinati spazi indipendentemente dal posizionamento degli avversari sopra la linea della palla. Questi spazi sono individuabili negli half-spaces e nel centro del campo, poiché sono le zone più importanti da coprire durante la transizione negativa.

Affinchè la difesa preventiva sia ben strutturata, con una prima ed una seconda linea adeguata per poter difendere ma anche partecipare alla fase di possesso, è necessaria la presenza di almeno quattro giocatori. Possono essere strutturate difesa preventive a zona con cinque giocatori, ma in tal caso non resterebbero abbastanza giocatori per attaccare nelle zone più alte del campo, il che renderebbe controproducente la difesa preventiva.

La seconda linea di queste strutture difensive è solitamente composta da difensori centrali, mentre la prima linea è comunemente formata da centrocampisti, da terzini o un difensore centrale quando si gioca con con una difesa a tre.

La forma di difesa preventiva a zona più semplice, è quella 1-2-1. A seconda dei comportamenti e del posizionamento degli avversari questa potrà cambiare leggermente in una struttura 3-1 o 1-3. In ogni caso questa struttura consente alla squadra di coprire tutta la larghezza del campo, con i due giocatori a vertice del rombo a coprire il corridoio centrale del campo e gli altri due ad occupare gli spazi intermedi.

Contro un attaccante avversario, questa forma difensiva è piuttosto comoda grazie alla grande superiorità numerica. Il giocatore avanzato dovrà lavorare sulla coperture delle linee di passaggio per non far ricevere l’avversario, che sarà marcato a uomo da uno dei tre centrali avversari, con possibilità di doppia copertura. 

Questa eccessiva superiorità numerica garantisce una grande protezione della porta ma, al tempo stesso, porta lo svantaggio di dover attaccare nella metà campo avversaria con una situazione di 6 contro 9. Questo significherà, in caso di perdita della palla, che l’avversario potrà trovare ampi spazi da attaccare dopo la riconquista della palla che saranno ancora più accentuati nel caso in cui i giocatori in difesa preventiva non abbiano mantenuto un’adeguata distanza dal resto dei compagni.

Contro due attaccanti, la difesa preventiva 1-2-1 offre una forma di occupazione degli spazi molto equilibrata. Nel caso in cui gli attaccanti avversari si posizionino in ampiezza e abbastanza distanti tra loro, i due giocatori larghi saranno i predisposti alla marcatura, lasciando i due vertici del rombo liberi di coprire le rispettive zone. Ciò consente al giocatore nella parte inferiore del rombo di poter fornire copertura costante ai due marcatori, mentre il vertice superiore potrà/dovrà pressare gli avversari che sono stati in grado di uscire dalla pressione rendendo più difficile per loro giocare passaggi precisi in avanti. 

Considerazioni sulla difesa preventiva a zona 1-2-1

Lo svantaggio di questa forma è che a svolgere questo tipo di funzione c’è un solo giocatore, e che questo potrà, a seconda della situazione, o non essere in grado di portare pressione sulla palla, oppure, al contrario, potrà portare la pressione ma per farlo dovrà necessariamente lasciare il centro del campo aperto.

In fase di possesso, lo stesso giocatore, potrà invece svolgere un importante funzione di raccordo fra i compagni attaccanti e quelli in difesa preventiva, oltre ad aiutare i compagni sopra la linea della palla nella fluidità del palleggio.

  • Difesa a zona 2-2

Questa forma è composta da quattro giocatori che formano la difesa preventiva attraverso uno scaglionamento 2-2. Rispetto all’1-2-1 la forma 2-2 ha una copertura centrale più forte perché i due giocatori della prima linea sono posizionati davanti alla seconda nella zona centrale del campo, pertanto se uno di loro deve abbandonare la posizione di partenza per portare pressione sulla palla esternamente, l’altro può continuare a coprire il centro.

Come anche per la forma 1-2-1 è improbabile che questo approccio difensivo con quattro giocatori venga utilizzato per difendere contro un solo attaccante, pertanto ora ci concentreremo sui casi in cui essi siano chiamati a dover difendere contro minimo due avversari.

La struttura 2-2 mantiene un grande equilibrio contro due attaccanti. A seconda della loro posizione varieranno fra i difensori i compiti di marcatura a uomo e copertura dello spazio, ma ci saranno sempre almeno due giocatori liberi per svolgere l’uno o l’altro compito. 

Se gli attaccanti si muovono in ampiezza o si sfilano in verticale per cercare di creare differenti linee di passaggio, il difensore più vicino dovrà reagire, adeguandosi al movimento dell’avversario. Questo potrebbe comportare uno scivolamento maggiormente in ampiezza, per esempio, piuttosto che una corsa in avanti per portare pressione. In ogni caso la doppia superiorità numerica dovrebbe comunque creare una situazione difensiva piuttosto confortevole, permettendo agli uomini in marcatura di mantenere un atteggiamento difensivo molto aggressivo.

Quando invece uno dei due avversari mantiene la posizione centrale e l’altro una posizione larga, da ala, la struttura 2-2 dovrà adattarsi in una forma 1-2-1. Quando ciò avviene, mantenendo una difesa preventiva 2-2, si creerebbe un posizionamento scomodo per i difensori: quando uno di questi si sposta fuori, lascia un pericoloso uno contro uno al centro fra l’attaccante e il difensore rimanente; nel caso in cui fosse uno dei centrocampisti ad uscire invece si creerebbe una forma asimmetrica con un accesso molto scarso per un eventuale pressione immediata oltre ad una mancanza di accessibilità al lato opposto in fase di possesso.

Stesso discorso per i casi in cui l’attacco preventivo sarà composto da tre uomini: anche in questo caso la forma della difesa dovrà, al fine di essere maggiormente funzionale, modificarsi dal 2-2 iniziale col fine di presidiare meglio l’ampiezza e controllare tutti gli attaccanti avversari.

Considerazioni sulla difesa preventiva a zona 2-2

La forma 2-2 consente un buon accesso centrale contro i portatori di palla avversari e un giocatore libero di pressare in avanti rompendo la prima linea con il secondo in grado di fornire copertura. Tuttavia, lo svantaggio è rappresentato dal fatto che è molto difficile per i giocatori coprire la larghezza del campo in fase di pressione immediata. Ciò significa che se la ripartenza avversaria avviene per vie esterne, il tempismo della pressione sarà troppo tardivo poiché la difesa preventiva non può accedervi immediatamente.

In fase di possesso, i due giocatori in prima linea potranno entrambi garantire un sostegno nella circolazione della palla, favorendo giocate in sicurezza per un veloce cambio di gioco, per esempio.

  • Forme di difesa preventiva a zona con 5 giocatori

Forme di difesa preventiva a più di quattro giocatori sono piuttosto insolite a causa del bilancio costi – benefici durante la fase di possesso. Un atteggiamento difensivo di questo tipo, infatti, richiederebbe un gran numero di giocatori sotto la linea della palla che sarebbero limitati, o addirittura esclusi, dalla fase offensiva. Tuttavia in alcuni momenti della partita, con la squadra in vantaggio e pochi minuti sul cronometro per esempio, è possibile vederla.

Una variante più difensiva è la forma di difesa preventiva 2-3. La prima linea di tre giocatori è posizionata principalmente al centro del campo e nei semispazi. In coordinamento con i due difensori centrali in seconda linea, questa struttura + in grado di fornire maggiore stabilità e controllo contro i contrattacchi. La linea di tre è infatti in grado di coprire l’intera larghezza del campo per applicare velocemente pressione in caso di perdita della palla, mentre la linea di due dietro assicura che ci sia sempre copertura nelle aree centrali. Vengono quindi combinati i vantaggi in ampiezza della forma 1-2-1- con quelli della copertura centrale garantiti dalla forma 2-2.

Il rovescio della medaglia della struttura 2-3 rispetto alla struttura 1-2-1/2-2 è, ovviamente, il mantenimento di un giocatore in più nelle aree più basse del campo. Ciò si traduce in meno giocatori in grado di unirsi alla fase di attacco e, quindi, meno giocatori che possono essere utilizzati per creare occasioni e segnare gol. Tuttavia, dall’altro lato, consente anche a uno dei giocatori della difesa preventiva di lasciare la forma e unirsi all’attacco ogni volta che è necessario, senza violare troppo la struttura. Poiché quattro giocatori rimangono ancora indietro, è ancora possibile creare una difesa preventiva adeguata. Questo di solito si traduce in una forma asimmetrica 2-2, con una delle linee di tre che si unisce all’attacco.

Questi tipi di strutture hanno maggiore senso ed applicazione contro le forme di attacco preventivo a due o più giocatori. Contro due attaccanti la squadra difensiva sarà in grado di coprire le zone e non preoccuparsi troppo del posizionamento degli attaccanti. Uno dei giocatori laterali della prima linea a tre potrà marcare in modo flessibile l’ala, mentre uno dei difensori centrali si occuperà di stringere la marcatura nei confronti dell’attaccante. 

Contro tre attaccanti il posizionamento dei giocatori è relativamente simile a quello della forma 1-2-1, con i giocatori sui lati e uno dei difensori centrali che saranno responsabili della marcatura dei giocatori avversari. Questo lascerà il giocatore centrale della linea di tre libero di poter portare pressione sulla palla, con la possibilità, in seconda linea, di avere una maggiore copertura garantita dal centrale di difesa in più.

Una seconda variante è la forma 3-2, struttura ancor più difensiva della forma 2-3. In questo caso viene posizionato un giocatori in più nell’ultima linea a spese di un giocatore nella prima linea, quella più avanzata. Questa forma è spesso vista da squadre che giocano con tre difensori centrali e due terzini. Poiché la struttura 3-2 utilizza tre giocatori per coprire l’ampiezza dell’ultima linea, offre più sicurezza difensiva rispetto alla struttura 2-3. Dall’altro lato, garantisce meno opportunità di contro pressione in quanto vi è meno accesso diretto alla palla a causa della linea di due che dovrà avere maggior atteggiamento posizionale verso il centro del campo.

Conclusioni

La difesa preventiva nel calcio rappresenta un’evoluzione delle strategie difensive tradizionali. Attraverso il pressing alto, la marcatura stretta, il blocco dei passaggi e la copertura zonale attiva, una squadra può anticipare e disturbare l’avversario fin dalla fase di costruzione del gioco. Se attuata con intelligenza e disciplina, oltre al giusto equilibrio tra aggressività e cautela, questa tattica può portare a un maggior controllo del gioco e, contemporaneamente, a maggiori opportunità d’attacco. La difesa preventiva è una dimostrazione di come il calcio sia un gioco di strategia e adattamento, dove l’arte della difesa è tanto creativa quanto l’arte dell’attacco.