TEMPO DI LETTURA 8 MIN.

Metodologia di allenamento: la periodizzazione tattica

Il gioco che una squadra esprime non è un fenomeno naturale, ma è il risultato di un fenomeno “costruito” che lo contraddistingue da quello delle altre squadre. Oltre ad essere un fenomeno costruito, si può affermare che si tratta anche di un fenomeno deterministico, nel senso che, dal momento della costruzione della squadra già sappiamo ciò che intendiamo costruire, ossia l’idea che si vuole implementare. Senza dubbio poi, bisogna essere coscienti del fatto che l’imprevedibilità intrinseca del gioco renderà altamente variabili i contorni dell’idea iniziale, che dovrà modellarsi ed adattarsi alle differenti situazioni che si potranno verificare.

Il massimo responsabile della costruzione di questa idea è l’allenatore capo. Questi sarà colui che interverrà direttamente nella gestione di tutto il processo di apprendimento che porterà la squadra a giocare in una determinata maniera. 

L'allenatore dovrà avere un'idea chiara e specifica del gioco che vorrà implementare, che sarà determinata dalla sua storia calcistica e dal tipo di calcio che ha vissuto.

Senza dubbio l’allenatore non può limitarsi a pensare solo ed esclusivamente al gioco, ma dovrà anche sapere come trasmetterlo e lo dovrà fare in maniera chiara e concisa affinchè i suoi giocatori sappiano con certezza qual è il tipo di calcio che pretende. Per la realizzazione di questo obiettivo attraverso il processo di allenamento, Vitor Frade, l’inventore della periodizzazione tattica, afferma che “l’allenatore dovrà formarsi come un essere riflessivo, organizzato e ponderato per il quale l’unica certezza sarà l’incertezza del gioco. L’allenatore non farà perchè una volta ha visto fare, ma perchè la sua intuizione e riflessione gli mostreranno il cammino migliore per raggiungere l’obiettivo desiderato.”

Un concetto ribadito da Joao Janeiro, allenatore portoghese ex fra le altre di Debrecen e FC U Craiova ed esperto di periodizzazione tattica, con il quale ho avuto il piacere di confrontarmi sul tema:

"Nella periodizzazione tattica l'allenatore deve essere il designer delle sedute di allenamento, perchè è lui ad avere l'idea di come la sua squadra dovrebbe giocare."

“Molti allenatori si documentano sui libri e questa è un’ottima cosa, documentarsi è sempre un’ottima cosa. Quello che però non è buono è vedere un’esercitazione da qualche parte e pensare di riproporla nei propri allenamenti senza contestualizzarla.”

Il perchè di questo è riconducibile ad un concetto che Janeiro ha ribadito più e più volte all’interno della nostra chiacchierata: 

 

"Allenare attraverso la periodizzazione tattica significa basare ogni momento della seduta sulla realtà del gioco."

Joao Janeiro in un frame della video intervista

L’importanza del modello di gioco all’interno della periodizzazione tattica

Il modello di gioco nel calcio è talvolta mal interpretato. Molti lo confondono col il sistema di gioco impiegato da una squadra, ma in realtà si tratta di un qualcosa di molto più ampio. Un modello di gioco è qualcosa che identifica in maniera chiara una determinata squadra. Non si tratta dunque di posizionamento dei giocatori in campo, ma della forma di come essi si relazionano fra loro e dell’organizzazione che la squadra ha in ogni momento del gioco.

“Il modello di gioco rappresenta l’idea generale che ogni allenatore ha di ciò che pretende dalla sua squadra in quelli che vengono identificati come le quattro fasi del gioco: la fase di possesso, quella di non possesso, la transizione positiva e la transizione negativa.” spiega Janeiro “Personalmente identifico anche una quinta fase che è quella della palle inattive in cui non includo solo corner o punizioni, ma anche le rimesse laterali. Si tratta di un’idea generale che deve essere tanto chiara quanto dettagliata nella testa dell’allenatore. Se dovessi scrivere un libro sul mio modello di gioco mi ci vorrebbero centinaia di pagina per descriverne tutti i dettagli.”

Il modello di gioco, dunque, implica il sapere con esattezza ciò che si vuole in ogni momento del gioco. Affinchè questo avvenga verranno definiti dall’allenatore una serie di principi e sottoprincipi, che altro non sono che l’articolazione dei comportamenti, collettivi o individuali, che permetteranno di ottenere un’identità di gioco.

“Supponiamo che secondo le idee di un allenatore il modello di gioco di una squadra sia quello di attaccare per mezzo di un tipo di calcio posizionale e di difendere con la difesa molto alta. Dopo aver scelto quale tipo di approccio generale utilizzare in una fase piuttosto che in un’altra, sarà necessario stabilire i principi, che sono una cosa diversa. Concentriamoci per un attimo solo sulla fase di possesso. Un principio potrebbe essere rappresentato, per esempio, dall’avere molta mobilità dei propri attaccanti, con uno dei due che dovrà sempre legare il gioco fra le linee mentre l’altro attacca la profondità. Ma quando si richiedono determinati movimenti ai giocatori, bisognerà anche essere in grado di spiegare loro, oltre al “cosa” anche il “come” farlo e soprattutto quali ripercussioni possono esserci sugli altri giocatori e i relativi comportamenti di adattamento e qui siamo già dentro al campo dei sottoprincipi. 

Periodizzare tatticamente  significa dunque guidare il processo di allenamento  verso l’acquisizione dei principi e dei sottoprincipi del gioco richiesto dal proprio allenatore. Il modello di gioco e i relativi principi dipenderanno dunque da un sistema di relazione che articolerà una determinata forma di giocare, e non una forma qualunque, ma basata su una struttura specifica.

Per Vitor Frade il modello è essenziale perchè l’allenamento è apprendimento e, nel caso specifico della periodizzazione tattica, apprendimento di una specifica forma di giocare che sarà gerarchizzata attraverso principi e sottoprincipi che saranno la guida di tutti i processi di allenamento. Un processo di allenamento che rispetterà il principio di interezza del gioco e che dovrà essere in grado di “ridurre senza impoverire”, senza cioè allontanarsi dalla realtà del gioco e, nello specifico, del gioco voluto dall’allenatore. Una forma di gioco che, secondo Janiero, deve addirittura essere “amata” per poter essere trasmessa al meglio ai propri calciatori:

"Credo che un aspetto fondamentale della periodizzazione tattica sia rappresentato dall'importanza di amare la propria idea di gioco."

“E quando dico questo sottolineo la parola ‘propria’ perchè un’idea non sarà mai uguale ad un’altra, per quanto simili possano essere. I bravi allenatori sono in grado di rubare idee agli altri ma non saranno mai idee copiate ed incollate all’interno della propria squadra, perchè non funzionerebbero. Sarà sempre necessario modellarle alla propria filosofia, al proprio stile e questo lavoro renderà l’idea del modello di gioco un qualcosa di non statico, ma sempre in costante evoluzione. Il modello di gioco dunque non potrà mai intendersi come un lavoro terminato perchè il processo creerà sempre nuovi indicatori da dover interpretare da chi li dirige (l’allenatore) affinchè venga espressa sempre più una migliore qualità.”

Josè Mourinho e Vitor Frade, ossia l'allenatore che ha portato a conoscenza la metodologia della periodizzazione tattica e il suo inventore.

La sovradimensione tattica e il principio di specificità

Come detto, la periodizzazione tattica rispetto il principio di interezza del gioco, mantenendo in ogni esercizio le quattro fasi che formano il gioco del calcio, e lasciando che siano solo i relativi principi e sottoprincipi gli unici fattori ad essere disintegrati, assumendo il modello di gioco come guida di tutto il processo. Per il Professor Frade “il tattico non è fisico, non è tecnico e non è psicologico, però necessita di tutte queste aree per potersi manifestare”. Pertanto, il fattore tattico appare come una Sovradimensione che dovrà essere guida di tutto il processo di allenamento. 

Il fatto che la sovradimensione tattica dovrà orientare ogni esercizio dei nostri allenamenti, procurando una determinata forma di giocare, provoca il fatto che ogni proposta dovrà essere dotata di una forte specificità del gioco preteso, in ognuna delle quattro fasi. Il principio di specificità dirigerà pertanto la periodizzazione tattica.

 

 

"Non è sufficiente una specificità generica al gioco, ma è necessaria una specificità del proprio modello di gioco" Vitor Frade

Un allenamento specifico è infatti differente da un allenamento composto da esercitazioni situazionali. La specificità al modello di gioco non sempre viene assicurata e lavorata in forma effettiva se la carica ai quali i giocatori vengono sottoposto non è relazionata al modello di gioco adottato e ai rispetti principi. Ciò che si pretende attraverso la periodizzazione tattica è che gli allenamenti siano il più possibile simulatori reali del tipo di partita che chiediamo ai nostri giocatori e alla nostra squadra in generale. In questo modo appare ovvio che ogni singolo esercizio debba simulare un momento della competizione nella zona di campo in cui avviene, senza decontestualizzarli da quella che è la realtà competitiva.

“Il nostro cervello” spiega Janeiro “si basa su un funzionamento su due piani: quello cosciente e quello incosciente. La maggior parte delle attività che realizziamo appartiene al piano dell’incosciente, che è per noi più economico e funzionale. Tutti i processi subcoscienti che permettono di fare scelte in tempi rapidi si chiamano abitudini, o automatismi. Allenare in uno scenario altamente specifico permette di poter creare queste abitudini all’interno dei nostri giocatori affinchè quando il loro cervello si confronta con situazioni simili, già sperimentate anteriormente, reagisce in tempi più brevi in forma, appunto, incosciente. In questi meccanismi decisionali di cui ti sto parlando, intervengono in maniera cruciale le emozioni e i sentimenti. Il poter vivere ripetutamente certi comportamenti, regolati da principi e sottoprincipi, creano all’interno di noi stessi emozioni e sentimento che, più avanti , ci aiutano a decodificare situazioni simili, riducendo il processo di ragionamento e permettendoci di anticipare ciò che sta per accadere. Ecco perchè il principio della specificità è uno dei principi fondamentali della periodizzazione tattica.”

Un altro principio alla base della periodizzazione tattica è poi il principio della propensione, secondo il quale per acquisire un principio o un sottoprincipio del modello di gioco è necessario ripetere nel tempo e più volte le esercitazioni che sollecitano quel determinato comportamento tattico. Al fine di ottenere un adattamento da parte dei giocatori è necessaria una ripetizione sistematica (in specificità) di determinate esercitazioni e sviluppi. L’ uomo impara fondamentalmente per prove ed errori ed è attraverso il gioco di esperienze pratiche positive e negative che perfeziona la conoscenza degli eventi esterni, diventando sempre più abile ad affrontarli. Sarebbe perciò un errore limitare il numero delle ripetizioni che vengono proposte durante le sedute, perché si ridurrebbe di conseguenza la possibilità di trovare soluzioni utili a risolvere le molteplici situazioni agonistiche. 

Un nuovo modo di concepire il concetto di intensità

Nella periodizzazione tattica bisogna intendere i termini “volume” ed “intensità” da una prospettiva differente rispetto al significato abitualmente attribuito. La loro comprensione è fondamentale, dal momento che nel processo della periodizzazione tattica si deve lavorare fin dal primo giorno con intensità massima relativa.

Per Janeiro “l’intensità massima relativa è identificabile come l’intensità necessaria per fare un determinato tipo di azione con successo, ma la cosa più importante è che non si sta parlando di un tipo di intensità fisica, ma si tratta di un’esigenza di tipo mentale. L’intensità è di concentrazione perchè il gioco implica il pensiero continuo e pensare implica a sua volta concentrazione. Per avere la capacità di mantenere un alto livello di concentrazione per tutta la durata della partita è necessario un determinato volume di intensità di concentrazione.”

L’intensità quindi ha senso solo se viene associata alla concentrazione, e la concentrazione sarà più esigente quanto più sarà articolata in termini di variabili l’esercitazione proposta. Per questo un esercizio meno “veloce”, ma con un’alta varietà di articolazioni in termini di principi e sottoprincipi, potrà risultare maggiormente intenso per il fatto che esige un livello di concentrazione più alto. 

“La connessione fra intensità e concentrazione è stabilita dalla nozione di specificità al modello di gioco.”

“E' necessario ridurre al minimo le esercitazioni in cui le sequenze siano predeterminate in partenza, mentre devono essere quantitativamente più consistenti le esercitazioni in cui la variabilità delle situazioni obblighi i giocatori a scegliere sempre tra due o più opzioni”

Conseguentemente quindi anche il concetto di volume di intensità massima relativa si genera attraverso la ripetizione di esercizi svolti in regime di intensità massima relativa che presuppongono l’acquisizione dei principi e/o dei sottoprincipi che danno corpo al modello di gioco. Si tratta di un volume in specificità.

La creazione del morfociclo settimanale

L’allenamento è il mezzo principale per creare il tipo di gioco che si desidera. Per Mourinho “l’allenamento dovendo essere un momento acquisitivo, dovrà sempre avere una relazione molto stretta con ciò che si vuole dalla propria squadra. Per questo motivo quando pianifico la settimana di lavoro lo faccio con antecedenza e in forma globale: in funzione di ciò che ho visto nella partita precedente, dei feedback che ho avuto e di ciò che credo sia necessario per la partita seguente, strutturo la pianificazione della settimana di allenamento.”

Secondo Frade nella creazione di un morfociclo bisognerà tenere in considerazione i tre pilastri metodologici della periodizzazione tattica: 

  • il principio della progressione complessa
  • il principio della propensione
  • il principio dell’alternanza orizzontale specifica

Principio della progressione complessa

Significa la necessità di gerarchizzare i principi evitando l’interferenza e la concorrenza fra di essi da un punto di vista acquisitivo. 

Principio della propensione

Consiste nel far apparire un gran numero di volte ciò che vogliamo che i nostri giocatori acquisiscano, provocando così una ripetizione sistematica di concetti e situazioni di gioco, secondo il principio del “ripetere senza ripetere”

Principio dell’alternanza orizzontale specifica

Presuppone un’alternanza orizzontale al livello del tipo di contrazione dominante durante gli allenamenti, secondo variabili di tensione, durata e velocità, facendo si che questi si sviluppino sempre in condizioni di specificità. Questo tipo di alternanza viene definita orizzontale perchè ciò che viene alternato è la variabile guida da allenamento ad allenamento e non fra esercizi di un’unica sessione.

“Se adotti la metodologia della periodizzazione tattica” spiega Janeiro “non esiste un periodo di preparazione come viene comunemente inteso, e quindi con una preponderanza di richieste di tipo fisico. Il primo allenamento sarà solo l’inizio di una linea immaginaria continua ed in ascesa che rappresenterà la crescita e il miglioramento costante della squadra da un punto di vista tecnico, tattico, fisico e psicologico. Bisogna completamente scordarsi del concetti di raggiungere i cosiddetti “picchi di forma”. Il concetto del picco di forma può essere idoneo per una disciplina di breve durata in cui viene richiesto la massima prestazione fisica in un periodo di tempo molto limitato, non può essere applicabile ad uno sport come il calcio in cui la stagione dura nove mesi. L’obiettivo della periodizzazione tattica è quello di mantenere la squadra durante tutto il periodo competitivo senza grandi oscillazioni di forma.

Per ottenere risultati una squadra deve essere preparata al 100% e per essere definita tale non si può dissociare ciò che è fisico da quello che è tecnico, tattico o psicologico. La preoccupazione dell’allenatore deve essere quella di mantenere il livello di prestazione della squadra in linea con il modello di gioco definito nel periodo precompetitivo. Per questo è fondamentale il lavorare fin da subito sul modello di gioco e sulla ripetitività, facendo si che i microcicli siano uguali dalla prima settimana fino alla fine della stagione, tanto a livelli di contenuti, principi e obiettivi, quanto a livello fisico. Le uniche differenze tra un microciclo e l’altro saranno quelle che vengono effettuate a livello tattico per migliorare le mancanze che la partita precedente ha evidenziato e/o potenziare quelle in vista della partita successiva.”

 

Il morfociclo settimanale secondo i principi metodologici della periodizzazione tattica

Day +1 – Lunedì – Recupero passivo

Rappresenta il giorno di festa per la squadra. Anche se non viene considerato l’ideale da un punto di vista fisiologico, riposare il giorno successivo alla partita è importante da un punto di vista mentale. Secondo Mourinho allenarsi il giorno successivo alla partita è “migliore dal punto di vista del corpo, ma peggiore per la mente”.

Day +2 – Martedì – giorno della sottodinamica Recupero attivo

L’allenamento dovrà essere abbastanza discontinuo, prevedendo pause frequenti e permettendo ai giocatori di recuperare. I contenuti della seduta dovranno comunque risultare sempre in forma specifica, facendo emergere principi o sottoprincipi del gioco voluto anche se l’obiettivo sarà, come detto, più di recupero che non acquisitivo.

I giocatori non impiegati nella partita precedente dovranno sostenere un lavoro più esigente sotto tutti gli aspetti rispetto ai compagni impiegati.

Esempio di possibile esercitazione: 11 (titolari del giorno prima) vs 6 (non impiegati) con utilizzo di principi di gioco in fase di possesso.

Day -4 – Mercoledì – giorno della sottodinamica della Tensione

In questo giorno verranno allenati sottoprincipi del gioco a livello di relazione settoriale e intersettoriale. L’esigenza sarà differente dalla partita, con maggiori tempi di recupero, spazi più ridotti, maggiore velocità di contrazione e gruppi di giocatori ridotti. Per Janeiro infatti “dopo tre giorni i giocatori non hanno ancora completamente recuperato dalla partita. E questo non tanto in termini fisici, ma mentale. La fatica mentale si esaurisce in tempi più ampi di quella fisica.”

In questo giorno predomina un regime di sforzo con contrazioni di tensione molto elevata, durata ridotta e velocità di contrazione elevata. Le interruzioni sono molte perchè è un allenamento con molta pressione e molta rapidità di esecuzione. Secondo Janeiro è possibile definirlo come “l’allenamento più discontinuo della settimana.”

Esempio di possibile esercitazione: 4 difensori (settore difensivo) realizzano movimenti difensivi contro 3 attaccanti e 3 centrocampisti (settore attacco e centrocampo) che dovranno invece eseguire movimenti secondo i principi in fase di possesso con obiettivo attacco porta.

Day -3 – Giovedì – giorno della sottodinamica della Durata

Si tratta del giorno più distante dalla partita precedente e dalla successiva, per questo motivo è il giorno in cui si lavora sui macro principi, ossia sulla dinamiche collettive di squadra. Le esigenze di questo giorno sono il più reali possibile da quelle della partita, per questo si lavora in spazi ampi, con maggior durata di tempo e un maggior numero di giocatori. In definitiva si tratta “dell’allenamento più vicino alla realtà del gioco della settimana”.

Esempio di possibile esercitazione: partita 11 contro 11 privilegiando l’impego di determinati principi

Day -2 – Venerdì – giorno della sottodinamica della Velocità

Si inizia il recupero per la successiva partita da disputare. Si lavora principalmente su sottoprincipi del gioco a livello settoriale o intersettoriale, meno frequentemente in collettivo, riducendo la complessità del gioco e l’impegno cognitivo richiesto. Si tratta per lo più di lavori con poca opposizione in termini di numeri e durata di esercizi ridotta e discontinua.

In questa seduta di allenamento verrà richiesta elevata velocità, con corta durata e poche ripetizioni.

Esempio di possibili esercitazioni: creazione di situazioni di finalizzazione senza o con poca opposizione, o partita 11 contro 11 con campo di dimensioni ridotte.

Day -1 – Sabato – Recupero attivo e preattiviazione alla partita 

Si tratta di un giorno in cui recuperare attivamente dal lavoro dei giorni precedenti e in cui attivare i giocatori per la partita del giorno successivo attraverso l’allenamento di sottoprincipi molto semplici, senza grande complessità che dovranno essere eseguiti con buona velocità ma con durata molto ridotta.