Luis Cesar Menotti, iconico allenatore argentino, una volta disse che <L’allenatore deve possedere il proprio manuale interiore, influenzato dal fútbol che ha vissuto e dal fútbol che sente> inteso come la personale interpretazione dello stile di calcio che intende trasmettere. Sarà stato piuttosto semplice (o maledettamente complicato, a seconda dei punti di vista) dunque per Gabriel Heinze creare il suo personale manuale, potendo attingere dalle conoscenze e dalle metodologie di alcuni dei più grandi tecnici del panorama mondiale che lo hanno allenato come Marcelo Bielsa, Sir Alex Ferguson, Jose Pekerman, Didier Deschamps, Luis Enrique o Gerardo “Tata” Martino.
Perspicace, analitico e diretto, Heinze è stato inoltre ispirato da altri tecnici che hanno o stanno segnando un solco indelebile nella storia del gioco come Johan Crujff, Van Gaal, Juan Manuel Lillo e Pep Guardiola, da cui ha assorbito come una spugna concetti calcistici che ora espone in un modello calcistico, che di seguito proverò ad analizzare, con uno stile chiaro e definito, dove la connessione giocatore-palla è la principale ed assoluta protagonista e dove le possibilità di crescita ed espressione dei suoi giocatori, posti al centro di tutto, non ha un limite definito.
"Sa tantissimo di calcio, la sua metodologia mi ha sorpreso molto. E' un allenatore che studia ogni dettaglio e non lascia nulla al caso. Con lui all'inizio accadeva qualcosa di molto curioso, alla quale tutti noi calciatori, alla fine, ci siamo abituati: tutto ciò che ci diceva durante la settimana, accadeva in partita. Questo ha fatto si che tutti noi giocatori, col tempo, ci siamo fidati di lui al 100%. Ci ha reso molto più semplice il giocare le partite. Dai movimenti degli attaccanti a quello degli esterni, dove muoversi per ricevere la palla liberi da avversari, situazioni di palle inattive, come uscire dalle pressioni giocando o come pressare. Accadeva tutto ciò che ci diceva, accadeva. E quindi, ascoltandolo, abbiamo capito che noi tutti stavamo imparando tantissimo e abbiamo creduto ai vantaggi del gioco di posizione. Perchè, risultati a parte, ti senti molto più a tuo agio a giocare. Penso sia per questo che abbiamo fatto così bene quest'anno. Sono molto felice di aver avuto Gabriel Heinze come allenatore."
Pablo Galdames, centrocampista del Velez Sarsfield
La filosofia del tecnico argentino passa infatti attraverso un ampio repertorio concettuale di idee che hanno caratterizzato lo stile ed il gioco di ognuno di questi tecnici: costruzione fluida per permettere un’uscita dalla prima pressione che sia il più pulita possibile, passaggi con un’alta intenzionalità offensiva (saltare avversari o intere linee di pressione), formazione di triangoli posizionali per avere maggiori soluzioni di passaggio o per facilitare la trasmissione al “terzo uomo”, attaccare sfruttando l’intera ampiezza del campo per costringere l’avversario ad una scelta che possa portare, in maniera alternativa, alla formazione di spazi interni da attaccare o a duelli 1 contro 1, sia sul lato forte che su quello opposto, formare situazioni di superiorità in zone rischiose per l’avversario, portare più giocatori possibile nella metà campo avversario durante la gestione del possesso per creare future situazioni di vantaggio in fase di transizione in caso di perdita del pallone.
Proviamo ad analizzarne alcune.
COSTRUZIONE: STRUTTURA E MACRO PRINCIPI
"La cosa più importante, in fase di possesso, è essere sempre uno in più rispetto agli avversari"
Gabriel Heinze durante la conferenza stampa pre Velez Sarsfield-Patronato
"Se la tua intenzione è quella di giocare prevalentemente nella metà campo avversaria, non puoi prescindere da una costruzione adeguata. Solo uscendo bene dalla prima pressione avversaria, in maniera limpida, ti puoi installare nella metà campo avversaria. Senza di essa non è possibile."
Juan Manuel Lillo nel libro su Pep Guardiola "Metamorfosis", di Marti Perarnau
"Ricordo un aneddoto: nel suo primo allenamento, mi vide con i guanti e mi chiese perchè li avevo indossati. Mister sono il portiere, gli risposi. Si lo so, però lasciali pure qui perche con me non li utilizzerai molto, mi rispose. Mi misi a ridere, però la realtà fu che in quell'anno giocai molto più con i piedi che con le mani."
Federico Lanzillotta, portiere allenato da Gabrel Heinze all'Argentinos Juniors.
Quello della costruzione da dietro e della sua importanza è attualmente uno dei temi più discussi quando si parla di allenatori e relativi modelli di gioco. Se però parliamo di Gabriel Heinze la discussione al riguardo termina prima ancora di cominciare: nella sua idea di gioco posizionale un corretto inizio del gioco è infatti indispensabile per garantire la solidità,la coerenza e la fluidità dello sviluppo della sua proposta associativa.
L’uscita dal basso deve avvenire con sicurezza, coraggio e compiendo uno degli obiettivi fondamentali per lo sviluppo dell’idea calcistica del tecnico argentino: sfruttare la superiorità numerica e posizionale per eludere la pressione avversaria e avanzare in maniera congiunta.
La prima linea di costruzione è solita cambiare la sua struttura, variando agevolmente da tre a quattro in funzione delle caratteristiche dei giocatori coinvolti, degli avversari, del piano partita, del momento della gara e, ovviamente della pressione portata dalla squadra rivale, rispettando uno dei suoi principi cardine del modello di gioco di Heinze, e cioè quello di avere sempre un uomo in più nella prima linea rispetto all’ultima avversaria. In questo contesto risulta fondamentale l’utilizzo ed il coinvolgimento del portiere che nella filosofia dell’argentino ricopre un ruolo fondamentale. Il perchè è da ritrovarsi nel fatto che si tratta dell’unico giocatore che il rivale non può pareggiare numericamente senza prima liberare un altro giocatore nella linea che si lascia alle spalle al momento di portare la pressione.
- COSTRUZIONE CONTRO UNA COPPIA DI ATTACCANTI (Velez – Colon)
Contro squadre organizzate difensivamente con il 4-4-2 come il Colon de Santa Fe, l’utilizzo sopra descritto del portiere diventa fondamentale per garantire la prima linea di superiorità 3 contro 2, mentre il mediano lavora alle spalle dei due attaccanti cercando di aprire una linea di passaggio utile per superare l’intera linea di pressione. I terzini si aprono in ampiezza e profondità mantenendo gli esterni avversari nelle zone laterali del campo e generando spazi all’interno del campo, dove le mezzali si muovono per smarcarsi come potenziali uomini liberi. Allo stesso modo i tre attaccanti si posizioneranno il più alti possibili per fissare la linea difensiva facendo quindi in modo che nessuno di loro si assuma il rischio di uscire in pressione alta lasciando una situazione di 3 contro 3 alle proprie spalle.
Una volta superata la pressione degli attaccanti, si genereranno automaticamente una serie di scalate cui seguiranno smarcamenti di giocatori in grado di far progredire l’azione. Nel video sotto, la pressione portata a Gago da uno dei due centrali di centrocampo avversari, genera una situazione di 2 contro 1 fra le due mezzali del Velez e l’unico centrocampista rimasto del Colon. che porterà ad un successivo smarcamento del terzino una volta che l’esterno avversario è costretto ad abbandonare la sua posizione per coprire il buco venuto a crearsi centralmente. Ecco che dunque la pressione, più che una nemica, diventa un’alleata per la filosofia in fase di costruzione di Heinze. Attraggo per creare superiorità in zone più pericolose per l’avversario e avanzare con maggior spazio e tempo rispetto agli avversari.
- COSTRUZIONE CONTRO ATTACCANTE CENTRALE E TREQUARTISTA
Nel caso in cui la soluzione centrale con il play fosse impossibilitata da una forte pressione a uomo, come nei casi verificatasi quando la squadra di Heinze ha dovuto fronteggiare una contrapposizione difensiva 4-2-3-1, la soluzione in uscita avviene solitamente per vie esterne, trovando poi un ulteriore sviluppo grazie alla discesa della punta centrale che svolge il ruolo di vertice per la giocata in verticale e garantisce la situazione di superiorità numerica 3 contro 2 nella zona centrale del campo. Questo movimento incontro dell’attaccante centrale rappresenta un altro concetto fondamentale nel modello Heinze per favorire un’uscita della palla il più pulita possibile dalla propria metà campo.
"Heinze mi chiede spesso di associarmi con il gioco che intende proporre Quello che il mister chiede al 9 è giocare, a costo di abbassarsi, e aiutare la squadra nel far girare la palla o effettuare un assist."
Maximiliano Romero, attaccante allenato da Gabrel Heinze al Velez Sainsfield.
Nella sequenza di foto sotto si nota come, in seguito alla pressione alta dei trequartisti, il portiere del Velez decida di giocare palla sul laterale basso di destra, il quale, saltato il proprio avversario, si trova come vertice basso di un rombo di costruzione in cui il 9 è il vertice che si muove per ricevere in figura, lasciando spazio alle sue spalle da attaccare senza palla per le mezzali, che fungono inizialmente come soluzione di passaggio appoggiato.



"Il nostro gioco funziona molto attraverso i movimenti e a me piace molto che il 9 entri molto nel gioco, abbassandosi per cercare una superiorità o per associarsi con i compagni"
Gabriel Heinze durante la conferenza stampa di Velez-Colon
La costruzione dal basso delle squadre del “Gringo” Heinze cambia in modalità e numero di giocatori coinvolti variando in maniera elastica fra 3 o 4 giocatori. La scelta fra l’una o l’altra strategia operativa dipende in prima battuta dalla disposizione rivale (a 3 se l’avversario gioca con il doppio “9”, con la coppia di centrali se invece schiera un solo attaccante), dalla caratteristica dei propri giocatori (vedi video sotto) e di quelli avversari, dal piano gara e dal momento della singola partita, mantenendo come principi base quelli dell’attacco posizionale, che caratterizzeranno il proseguimento della manovra.
Relativamente al primo dei parametri elencati, è davvero sorprendente ascoltare i parametri tenuti in considerazione ed elencati dal Gringo stesso nella scelta di un difensore centrale piuttosto che un altro.
“Guardo le caratteristiche di ogni giocatore” spiega Heinze “e guardo come si comporta nelle diverse zone. Inizio ad analizzare ciò che sa fare con il pallone, e quando si analizza questa fase hai due distinti cammini: come si comporta quando ha la pressione e come quando invece non la ha. Dopo di che guardo alla scelta di passaggi che compie, e analizzo i passaggi corti e quelli profondi, i passaggi appoggiati e quelli fra le linee, e quindi quando analizzo tutte queste opzioni ho una visione più chiara di chi risolve meglio ogni situazione di gioco”. “Ovviamente poi” continua l’argentino “ti manca tutto lo studio relativo alla parte difensiva. E cosa possiamo prendere in considerazione come parametro relativamente alla parte difensiva? Tutto ciò che è relativo al suo comportamento quando la palla è sul lato opposto e quando invece è sul suo lato, per esempio, magari con un attaccante che lo affronta. Ci sono quindi un paio di concetti da considerare ed è da questi che prendo la mia decisione su chi far scendere in campo”.
GIOCO OFFENSIVO: ATTACCO POSIZIONALE
Definiamo l’attacco posizionale come quella fase di gioco costituita dall’avanzamento in maniera congiunta della squadra in possesso palla, compiendo una definita organizzazione degli spazi che permette di occupare zone specifiche del campo, in maniera razionale e con obiettivi chiari e definiti.
"La maggior parte delle persone crede che la zona sia un concetto solo difensivo, ma non è così. Esiste anche l'attacco in zona. Lo chiamiamo attacco posizionale, ma in realtà è un attacco in zona. E non consiste nell'andare a cercarsi il pallone, ma di aspettare in una determinata posizione del campo e aspettare che il pallone arrivi."
Pep Guardiola nel libro "Metamorfosis", di Marti Perarnau
Nell’idea di gioco di Heinze, il movimento rappresenta uno degli elementi fondamentali della fase di possesso. Forti di una organizzazione specifica, le sue squadre tendono ad occupare spazi all’interno del campo in maniera dinamica, tanto per offrire al possessore palla diverse linee di passaggio quanto per non dare riferimenti al proprio avversario. Il giocatore non è parte di un sistema teso ed inflessibile ma è immerso in un sistema fluido fatto di movimenti volti a superare rivali o intere linee di pressione, offrirsi come opzione o avvicinarsi all’area di rigore avversaria. Per intendere l’utilizzo degli spazi da occupare, Heinze utilizza la ormai famosa divisione del campo in cinque corsie verticali, resa popolare da Pep Guardiola. Mediante questa organizzazione i giocatori sono orientati a comprendere maggiormente gli effetti che i loro movimenti generano all’interno dell’attacco posizionale, rispettando la collettività della proposta e gli obiettivi del suo sviluppo.
"Io ho per ogni posizione un numero X di passaggi che il giocatore può effettuare, con o senza pressione. E quindi quando li alleno cerco di spiegare loro che tipo di soluzioni possono avere. E a secondo di questo dipendono i movimenti compiono i suoi compagni per ricercare l'opzione migliore. Quello che voglio è che il possessore abbia sempre almeno due opzioni di passaggio. Per questo i miei giocatori si muovono così tanto, per facilitare il compagno con la palla. Poi è sempre lui che decide, perchè esistono passaggi verticali, appoggiati, diagonali, pronfondi, interni. Il mio lavoro è mostrare ai giocatori le opzioni che hanno a disposizione "
Gabriel Heinze durante le conferenza stampa di Velez - Colon

"L'aspetto fondamentale dell'organizzazione dei 5 corridoi verticali è che l'esterno alto e quello basso non si trovino mai nello stesso corridoio. A seconda della posizione del difensore centrale, il terzino e l'esterno dovranno variare la loro posizione, con uno dei due che rimane in ampiezza e l'altro che occupa il corridoio più interno."
Pep Guardiola nel libro "Metamorfosis", di Marti Perarnau
Questo concetto, interpretato alla perfezione dai giocatori di Gabriel Heinze, favorisce la disposizione dei giocatori al fine di ottenere una corretta disposizione e formare triangoli offensivi nelle corsie esterne fra terzino, mezzala ed esterno alto.



Questo figura viene proposta costantemente in ambo due le fasce laterali delle squadre dell’argentino, con rotazioni costanti fra i giocatori coinvolti in funzione della giocata e si tratta di un concetto fondamentale nell’attacco posizionale del modello Heinze.
"Mi piace che gli esterni giochino in ampiezza. Ci sono molte cose che mi piace che le mie squadre mantengano e la prima di questo è l'ampiezza. Ma non devono essere per forza gli esterni a garantirla, possono farlo anche i terzini."
Gabriel Heinze durante la conferenza stampa prima di Velez - Arsenal de Sarandì
Dal secondo semestre del 2019 fino alla sua ultima partita alla guida del Velez, Heinze ha proposto un attacco posizionale caratterizzato da esterni d’attacco molto ampi, due mezzale avanzati ubicati alle spalle degli attaccanti, in posizione intermedia fra centrale e terzino avversario, ed esterni bassi sulla stessa linea del mediano in posizione più centrale (ampiezza già garantita dall’esterno alto).

"Perchè mi piace giocare sempre con tre attaccanti? Perchè a me piace essere sempre posizionato con 5 giocatori in avanti durante la fase offensiva. E quindi, se ho tre attaccanti, questo mi da la possibilità di avanzarne altri due. Se giocassimo con quattro attaccanti (due centrali e due esterni) contro quattro difensori, ci mancherebbe qualcosa. "
Gabriel Heinze durante la conferenza stampa prima di Velez - Arsenal de Sarandì
Questa disposizione beneficia i movimenti degli interni per attaccare lo spazio in profondità, sfruttando sia lo spazio fra i centrali e il terzino che il movimento dell’attaccante centrale, generando una situazione di 3 contro 2 con i difensori avversari. In copertura preventiva, terzino e mediano garantiscono volume nella zone centrale del campo.
"Ai miei giocatori chiedo, prima di tutto, che siano ben posizionati in campo. In secondo luogo, che il pallone vada al giocatori che sono meglio collocati, e che hanno una situazione di maggior vantaggio."
Gabriel Heinze durante la conferenza stampa prima di Velez - Arsenal de Sarandì